mercoledì 22 gennaio 2014

Il piano di dimensionamento per la scuola della Provincia che proprio non va!



Lettera aperta all'assessore Ilaria Cecot

di Daniela Careddu e Leonardo Milocco

In merito al Piano di disaggregazione e riaggregazione degli Istituti scolastici superiori della città di Gorizia da Lei proposto, approvato dalla Giunta e dal Consiglio Provinciale, avanziamo alcune premesse essenziali:

- non è vero che il Piano non avrebbe un impatto negativo sull’occupazione: se i rappresentanti sindacali avessero fatto il loro lavoro Le avrebbero dimostrato come il Suo Piano porterà nel giro di 5 anni, a causa dell’ accorpamento di non meno di due indirizzi di studio, alla caduta probabile se non certa di due corsi; si tratta di almeno 15 cattedre, ovvero a regime altrettanti insegnanti in meno in organico provinciale;

- non è vero che il suo Piano “salverebbe” una autonomia di Istituto superiore ed una Presidenza, in quanto non c’ è niente da salvare: stante la tipologia della Provincia caratterizzata dal bilinguismo con le deroghe conseguentemente ad essa attribuite da leggi dello Stato, in base al numero attuale di alunni iscritti nessuna Presidenza è in pericolo. Tant’è che l’Istituto da “salvare” (ITI Galilei di Gorizia) ha più di 600 iscritti mentre il Liceo Buonarroti di Monfalcone ed il Cossar di Gorizia, per i quali il Suo Piano non prevede alcun ‘salvataggio’, contano meno di 500 iscritti.

- E’ invece vero che in nessun’ altra provincia della regione Friuli-Venezia Giulia è stato proposto un piano di riordino paragonabile al Suo. La Provincia di Udine, ad esempio, ha richiesto solamente l’attivazione di nuovi indirizzi e nuove articolazioni per ampliare l’offerta formativa, senza spezzatini degli Istituti esistenti. Paradossalmente Gorizia, l’unica Provincia in Regione in cui bastano soli 400 alunni per mantenere una autonomia, è anche l’ unica in cui si propongono smembramenti e riaggregazioni.

Fatte queste premesse indispensabili per iniziare un confronto in uno spirito di verità,  ecco le nostre domande:

1. Il Suo Piano prevede, sulla carta, l’avvio di numerosi Indirizzi liceali e tecnici, come se la loro attivazione dipendesse dalla Giunta di cui Lei fa parte. Invece la legge prevede che l’avvio di nuovi indirizzi sia richiesto dalle scuole interessate, con delibere di Collegi Docenti e Consigli d’Istituto; vengono poi sentiti gli Enti Locali ma l’ ultima parola spetta al Miur.

Quali garanzie reali e concrete Lei può portare che tali Indirizzi vengano richiesti dalle Scuole interessate e soprattutto che siano poi concessi dal Miur?

Per esempio che fine farà l’indirizzo Coreutico-Musicale da avviare presso il cosiddetto nuovo Polo Liceale umanistico-espressivo, alla cui attivazione l’Ufficio Scolastico Regionale ha dato peraltro parere negativo?

2. A seguito dell’ondata di proteste suscitate dal Suo Piano la Giunta sembra tornata parzialmente sui suoi passi, ed ha previsto una serie di consultazioni a valore vincolante con le parti interessate, che dovrebbero avvenire nei prossimi mesi. Ottimo, purché non ne escano approvazioni come quelle da Lei già ottenute da parte di quattro (di numero) rappresentanti sindacali poi ufficialmente sconfessati dai loro iscritti, e da una Consulta Provinciale degli Studenti il cui docente referente è nel contempo Suo consigliere per la realizzazione del Piano.

Come intende la Giunta Provinciale procedere nelle prossime consultazioni con i portatori d’ interesse affinché queste abbiano un minimo di legittimità e valore ?

3. Lei ha ripetutamente affermato che il suo Piano è a ‘costo zero’: forse lo è per il Suo Assessorato Provinciale, ma non certo per gli Istituti coinvolti. Questi, ad ogni disaggregazione/nuova aggregazione, devono disaggregare e ricostituire i Collegi Docenti ed i Consigli d’Istituto, devono rielaborare e deliberare un nuovo Piano dell’ Offerta Formativa, devono completamente riorganizzare segreterie, ufficio personale, archivi e biblioteche, materiali di consumo, siti web, organici, orari, laboratori; è una serie di  operazioni lunga e complessa, come sa bene il personale tecnico e amministrativo che nessuno si è preoccupato di interpellare. Ciò pesa sui bilanci degli Istituti con moltissime ore di straordinari da parte di amministrativi e tecnici. Per inciso, verranno sentiti anche loro?

Pertanto un neo-costituito Istituto impiega anni per entrare a pieno regime ed erogare un servizio ottimale. Ed ecco quindi l’ ultima e più importante domanda: perché Lei vuole disaggregare e spezzettare due Istituti superiori, l’ISIS Gabriele D’Annunzio e l’ISIS Dante Alighieri di Gorizia, che negli ultimi cinque anni hanno registrato eccellenti risultati nei test INVALSI e OCSE/PISA e che registrano una buona performance anche nelle iscrizioni? Perché vuole demolire ciò che nel presente evidentemente funziona per creare nuovi Istituti dall’incerto futuro? Dove stanno le ‘criticità’ dell’ assetto attuale che tanto La preoccupano?

In attesa di una Sua pubblica risposta ai nostri quesiti, Le porgiamo i nostri saluti.

SU LA TESTA!, Coordinamento Insegnanti della Provincia di Gorizia

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