martedì 13 maggio 2014

Scuola: non siamo gli ultimi!


Il Friuli Venezia Giulia risulta a livello nazionale la regione con la più ricca offerta di servizi per la formazione dei minori. E i nostri figli sono tra quelli che leggono di più, fanno più sport e abbandonano di meno i percorsi scolastici.

di Marilisa Bombi

Mentre l’attenzione locale è puntata tutta sul Punto nascita (anche se, in cambio di strutture qualificate ed efficienti, poco importa se sia necessario percorrere qualche decina di chilometri per raggiungerle) viene reso pubblico un interessante rapporto sulla qualità dell’offerta formativa per i minori. Da questo emerge che il Friuli Venezia Giulia detiene il primato della regione "con la piu' 'ricca' offerta di servizi e opportunita' di formazione per i minori", distinguendosi "per numero di bambini che legge (il 75,7% ha letto almeno un libro nell'ultimo anno), che fa sport (il 56%, poco meno della Valle d'Aosta), per livelli di dispersione scolastica (11,4%) vicini alla soglia della media Ue, edifici scolastici mediamente in buone condizioni (il 73,2% delle scuole ha certificato di agibilita')". I dati sono stati forniti dalla Conferenza delle regioni che ha fatto sintesi dell’indagine “Scuola e povertà educativa: Rapporto Save the children”.
Una buona notizia che non deve tuttavia distrarre l’attenzione da quello che deve essere, invece, l’obiettivo da perseguire, ovvero la totale sicurezza di tutte le nostre scuole. Il rapporto di Save the Children, sottolinea anche che, al Sud, ad essere più colpite sono soprattutto le fasce più deboli della popolazione. Ma anche le regioni del Nord sono lontane dagli obiettivi indicati dall’Unione Europea. I libri e l'arte occupano in modo marginale il tempo libero e la poverta' economica colpisce un 1 milione di minori in tutta Italia. La situazione e' piu' grave e diffusa al Sud, ma anche le regioni più "ricche" di servizi e opportunita' educative per bambini e adolescenti, non reggono il confronto con l'Europa: nessuna regione italiana e' in linea con alcuni obiettivi europei quali, per esempio, la copertura degli asili nido che dovrebbe essere del 33% (nella fascia di eta' 0-2 anni).

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