martedì 8 luglio 2014

A Mossa si mangia e si beve in una struttura destinata ai malati mentali



Omissione od omertà?

di Marilisa Bombi 

Se un immobile è stato creato sulla base di finanziamenti regionali strumentali alla realizzazione di uno specifico progetto non può essere destinato ad altri fini. Tantomeno ad attività di bar e ristorante. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, Sezione V, con la sentenza n. 2980 depositata l’11 giugno scorso, nel dichiarare legittima l’ordinanza del Comune che aveva disposto la cessazione dell’attività. Incredibile, ma vero, la situazione rappresentata e posta all’attenzione del giudice d’appello amministrativo, ricalca in toto quella denunciata nelle scorse settimane e relativa all'Oasi del Preval "Max Krammar". Con l’unica differenza che mentre nel primo caso il comune è stato parte attiva nel reprimere gli abusi, a Mossa pare che la faccenda non riguardi l’ente locale. E ciò anche se le attività economiche sono esercitate previa verifica della compatibilità edilizia ed urbanistica del Comune. Cui prodest questo rumoroso silenzio? Non certamente ai pazienti in cura al centro di salute mentale, originari destinatari dell’iniziativa, né a coloro i quali hanno erogato i finanziamenti con tutt’altre finalità. Chissà se in Regione qualcuno vorrà vederci chiaro, disilludendo chi, ormai, è convinto che al Nord il malgoverno sia esattamente uguale a quello del Sud d’Ialia?

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