mercoledì 2 luglio 2014

Le meraviglie delle erbacee perenni, a Vitovlje.



Il vivaio Trajnice nella vicinissima Slovenia propone una visione del giardinaggio alternativa, fuori alle tendenze della floricoltura massiva: una scelta culturale  prima ancora che aziendale.

di Martina Luciani

Ha la grazia di una fata delle pinete soleggiate, che sono alle sue spalle, a pochi passi: ci appare con il volto incorniciato dall’ombra leggera di un grande cappello di paglia, e la sua salopette verde da giardiniera, nella cornice del suo regno, il vivaio Trajnice Golob Klančič, sulle pendici del grande contrafforte montuoso ,sopra la valle del Vipacco, a Vitovlje. E’ Mojca Rehar Klancic, direttrice del vivaio, laurea in agronomia. Risuona nella sua voce tutta l'armonia dei suoni latini con cui si esprime la botanica classica.
Descrizione  iniziale: ordinate sequenze di piante erbacee perenni, suddivise in grandi terrazzamenti che si affacciano sulla vista mozzafiato della valle  e del mare ben visibile in lontananza.
Per forza che i genitori di Mojca, agli inizi degli anni 90,  durante una passeggiata, rimasero folgorati dal genius loci, abbandonarono  le loro prestigiose carriere di professionisti ( papà ingegnere navale e mamma architetto paesaggista)  e si inventarono una nuova vita.  Nacque un vivaio,  ben protetto da una triangolazione di non lontane piccole antiche chiese ( costruite quando si sapevano riconoscere le energie favorevoli del territorio e non serviva il feng shui per decidere come costruire e orientare) ,  che si affermò piuttosto rapidamente proprio per le scelte aziendali coraggiose. In controtendenza rispetto all’idea che anche il giardinaggio, la progettazione di spazi verdi, pubblici o privati che siano, rientri nella logica dell’usa e getta.
Mojca brilla di entusiasmo : “Noi amiamo le piante” ,   dice orgogliosa di essere in controtendenza rispetto alle proposte commerciali che immettono sul mercato piante cresciute a forza di concimi e fitofarmaci, perfette di una artefatta bellezza chimica e incapaci di sopravvivere a lungo: dare molto facendo poco, questo è il dictat della grande distribuzione del giardinaggio. Che impone cambiamenti stagionali continui, e suggerisce un’estetica del verde – giardino, davanzale, aree pubbliche – molto appariscente e altrettanto effimera. Innaturale, in fondo.
A  Trajnice non funziona così: “ Tutto nasce e cresce qui, dalle piante madri e dalle semine, non ci sono serre, solo una serie di ripari dalla grandine, le piante devono farcela in vivaio anche se il clima è ostile – e qui soffia forte la bora - così come poi ce la faranno una volta messe a dimora nei nostri spazi verdi, il terriccio è autoprodotto.”  A completamento e a sostegno del lavoro sul campo ci sono importanti collaborazioni a livello universitario, con riviste di settore, con professionisti. E ovviamente, visto che le risorse e le competenze sono in famiglia, si predispongono consulenze e progetti.
Il vivaio accoglie i visitatori, siano o meno potenziali clienti, spiegando brevemente dove sono collocate le piante in vendita e dove no. Poi con un sorriso vi salutano augurandovi buona passeggiata, chiamateci se avete bisogno. E ci si perde. La fila infinita di eleganza senza tempo delle hoste, la raccolta di officinali e aromatiche, le varietà autoctone dei nostri prati, colline e montagne, le corolle sontuose di iris , le piante acquatiche e quelle palustri,  le felci, quantità di piante familiari come l’achillea o la menta proposte attraverso innumerevoli varietà, colori e profumi che non conosci ancora o che ritrovi proustianamente riaffioranti dalle memorie dei giardini di un tempo.
 Le erbacee perenni sono piante di relazione, se ci è permesso il termine, nel senso che noi e loro ci apparterremo reciprocamente  per tempi lunghi ( se siamo bravi, lunghissimi)  Ne ripareremo il riposo invernale come potremo, ne spieremo i risvegli primaverili diversi per ognuna,  asseconderemo le fioriture e i caratteri e studieremo adeguate compagnie, avremo il piacere raffinato di comprendere le differenze di varietà, di impararne le proprietà officinali, seguiremo le sfioriture e il declino imposto dalla stagione. Personalmente trovo questo approccio al giardino molto rassicurante, collegato ai ritmi della natura e libero dalle insanie scenografiche senza nomi e senza sapienza, almeno esperienziale.


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