domenica 14 settembre 2014

Profughi: per l'inerzia del Comune a rischio la salute pubblica


Questo il titolo del comunicato stampa di Giuseppe Cingolani, capogruppo PD in Consiglio comunale, che pubblichiamo integralmente. Il sottotitolo afferma: sulle risorse per i richiedenti asilo, l'assessore Romano straparla.

Di fronte agli 80 profughi che per tanto tempo hanno dimorato in riva all'Isonzo il Comune di Gorizia ha sciorinato ancora una volta la politica dello struzzo: mettere la testa sotto la sabbia, fingere di non vedere il problema sperando che scompaia. Un comportamento inaccettabile non solo perché ha abbandonato al degrado queste persone (che non sono clandestini, ma richiedenti asilo che fuggono da guerre o persecuzioni nel loro paese), ma anche perché ha esposto al rischio i cittadini residenti in loco: 80 persone che si aggirano in città e che vivono in pessime condizioni igieniche, sanitarie e ambientali costituiscono un problema per la salute pubblica di tutta Gorizia, rispetto alla quale il sindaco è direttamente responsabile e non può lavarsene le mani.

L'assessore Romano ha affermato che i soldi del Comune non bastano nemmeno per le famiglie goriziane, per cui l'amministrazione non può occuparsi anche dei profughi. Ma così ha dimostrato di non sapere che, come ha ricordato il prefetto nella riunione con i sindaci di lunedì scorso, non spetta  ai Comuni trovare le risorse per i profughi.
Secondo quanto ribadisce la Circolare del Ministero degli Interni dell'8 gennaio 2014, gli enti locali devono solo stipulare con la Prefettura una convenzione che preveda l'affidamento dell'assistenza, ad esempio ad una cooperativa sociale. I soldi per vitto, alloggio, pulizia e assistenza ai profughi vengono erogati direttamente dal Ministero, per un massimo di 35 euro al giorno, che finiscono quasi tutti ai fornitori locali di beni e servizi: solo 2,5 euro vanno quotidianamente alla persona accolta.
Sicuramente non deve essere solo il Comune di Gorizia a farsi carico dei richiedenti asilo: va trovata una sistemazione nei diversi edifici inutilizzati presenti anche altrove nell'Isontino, per evitare la concentrazione eccessiva che ostacola l'integrazione creando le “città dei profughi”. Ma l'inerzia del Comune direttamente interessato non è il miglior modo per coinvolgere altri soggetti nella soluzione.
I profughi si accampano a Gorizia anche perché qui devono essere ascoltati dalla Commissione che esamina le domande dei richiedenti asilo per tutto il Triveneto. Per snellire il lavoro e abbreviare la permanenza di grandi masse di profughi dovrebbe essere istituita una nuova commissione almeno per il Veneto.

Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd di Gorizia
N.B. Le foto sono di Cingolani stesso,  scattate durante il sopralluogo di ieri, quando l'acqua aveva praticamente isolato il promontorio della vergogna.

Nessun commento: