venerdì 31 ottobre 2014

Concessioni al mercato coperto di via Boccaccio: il Comune fa marcia indietro




Saranno ripristinate le concessioni pluriennali previste dalla legge sul commercio ambulante, dando così  un minimo di certezza agli operatori di settore.


La novità è contenuta nella risposta all’interrogazione del consigliere comunale Michele Bressan che sullo specifico argomento aveva interpellato l’assessore Pettarin il quale peraltro, inizialmente aveva tergiversato. Messo alle strette, invece, come risulta dal contenuto della ennesima interrogazione alla quale il consigliere è stato costretto per avere una risposta esaustiva  dall’esponente della Giunta municipale su fatti che, comunque, riguardano la passata amministrazione è stato, alla fin fine, ammesso che i contratti in atto non sono conformi a quanto espressamente previsto non solo dalla legge regionale ma anche da quella statale per le attività di vendita che si svolgono all’interno dei mercati comunali.

giovedì 30 ottobre 2014

Rigassificatore di Porto Viro: e usiamo quello, no? Solo se ci fanno lo stesso sconto di Smart Gas, ovviamente.

Durante il recente dibattito a Duino sulla questione rigassificatore Smart Gas, è emersa una prospettiva che merita approfondimento: la relazione tra il rigassificatore off shore Adriatico, comunemente  chiamato  Porto Viro, e il progetto del rigassificatore e terminale GNL di Monfalcone.


di Martina Luciani

Abbiamo ripetutamente letto che l'impianto, situato nell'Adriatico a circa 15 chilometri dalla costa appartenente alla provincia di Rovigo, funziona per circa metà delle sue possibilità di rigassificazione ( qualcuno dice anche meno) che è di 8 miliardi di metri di cubi di gas all'anno ( e relativamente al quale è in corso un'accesa discussione sulle compensazioni pretese dal territorio interessato dall'operatività del rigassificatore e sugli impatti ambientali dello stesso). 
Per la proprietà, composta da Quatar Petroleum, Exxon Mobil Italiana Gas ed Edison, non è certamente un interesse prioritario la messa in funzione di un rigassificatore a Monfalcone. E certamente sarebbe ben lieta, e quindi forse commercialmente disponibile ad accordi economicamente favorevoli per le nostre imprese affamate di gas a buon mercato, nel veder attraccare le gasiere dirette a Monfalcone. Basterebbe poi immettere il gas nella rete attraverso l'accordo con il distributore attivo in FVG. Con la doppia utilità di avere il gas necessario anche alla auspicata riconversione della centrale A2A.
Se n'è parlato anche sulla stampa, su L'Espresso per la precisione, in un articolo firmato da Maurizio Maggi e intitolato " Se Putin  chiude, Rovigo ride". In quel contesto si afferma che  Adriatic Lng, priva di accordi che garantiscano sostegni economici pubblici se l'impianto non lavora,  "spera che i gruppi di imprenditori intenzionati a dar vita a nuovi mini-rigassificatori, come quelli del consorzio Smart Gas di Monfalcone (Gorizia), rinuncino e utilizzino la capacità disponibile a Porto Viro. Che ha spalle larghe ed pronto, dicono quelli di Lng Adriatic, a rigassificare a manetta se i russi chiudono i rubinetti."

martedì 28 ottobre 2014

Se ci fosse il rigassificatore Smart Gas a Monfalcone: una plausibile simulazione descrive il blocco al traffico e alle attività marittime.

Nuova fase del lavoro sviluppato dal Gruppo di lavoro di Duino impegnato contro il progetto del mini rigassificatore di Monfalcone: analizzato l'impatto sul sistema economico connesso al turismo e sulla nautica da diporto.


Cominciamo, in pillole, da quest'ultima  problematica, che interessa un'infinità di soci delle associazioni nautiche facenti capo alle diverse marine dell'area direttamente coinvolta.


di Martina Luciani

Un componente del gruppo di lavoro che riunisce cittadini di Duino(e non solo) sul fronte del "no al progetto Smart Gas" si è rivolto alla Capitaneria di Porto di Monfalcone ed ha rivolto alcune domande, dirette a comprendere meglio quale sarebbe la situazione del traffico marittimo nel tratto di mare su cui si affaccerebbe il cosiddetto mini rigassificatore e terminal GNL di Monfalcone. Le risposte sono per forza di cose rimaste teoriche,  configurate però sulla base della situazione più simile fra quelle già esistenti e disciplinate, e cioè sulla base di quanto disposto in ordine alle aree di sicurezza, da parte della Capitaneria di Chioggia (ordinanza n.63 del 2008, considerata da molti una pietra miliare nella gestione di queste problematiche), per la zona  che circonda il rigassificatore di Porto Viro. Perché nonostante anche quell'impianto sia privato, come sarà quello proposto da Smart Gas, e quindi meta di un traffico indipendente da quello diretto alla rete portuale nazionale, la Capitaneria detiene comunque la competenza a disciplinare le attività che attengono alla sicurezza della navigazione.

lunedì 27 ottobre 2014

"Sebben che siamo donne", giovedì a Staranzano



Sebben che siamo donne: parole e canto contro la violenza, è il titolo dell’iniziativa proposta dal coordinamento regionale donne delle Acli, previsto per giovedì 30 ottobre, alle 20 e trenta, nel teatro S. Pio X di Staranzano, di via De Amicis 10/a, ad ingresso libero.
Le canzoni proposte dalle attrici-cantanti Chiara Minca, Adriana Giacchetti e Daniela Gattorno vengono dalla tradizione popolare. e canto sociale italiano (ninne nanne, canti di lotta), mentre i testi sono tratti dal laboratorio di scrittura che si è tenuto nell'ambito del GOAP che gestisce il centro antiviolenza a Trieste. Il titolo dello spettacolo mutua le prime parole della canzone "La Lega", canzone popolare socialista sorta inizialmente nella valle Padava tra il 1890 e il 1914, ed entrata ben presto nel repertorio delle mondine. Rappresenta il simbolo della rivolta dei contadini contro i padroni alla fine del XIX secolo, quando le leghe, poi confluite in organizzazioni comuniste, socialiste e anarchiche, stavano cominciando a formarsi, ed è peraltro una delle rarissime canzoni popolari dell'epoca in cui le donne hanno un ruolo politico attivo. La canzone venne inserita nel film Novecento di Bernardo Bertolucci, quando i contadini, guidati da Anna, cominciano a protestare contro l'espulsione dei contadini per il fatto che i loro proprietari terrieri non rispettano i loro contratti.

Rigassificatore Smart Gas di Monfalcone e CGIL del FVG: Aldevis Tibaldi interpreta la scena in atto, coprotagonisti i vertici politici in carica.

Il leader del Comitato per la Vita del Friuli rurale, Aldevis Tibaldi,  commenta in un comunicato stampa la posizione assunta dalla CGIL, nel recente convegno udinese sull'energia,  a fianco della presidente della Regione Serracchiani e dell'assessore all'ambiente Vito: inquietante analisi del sindacato che ha sacrificato "l'autonomia di giudizio ed ogni capacità propositiva". Sullo sfondo, come sostiene Tibaldi, di un piano energetico regionale che " latita da troppi anni per non capire che si tratta di un fatto premeditato" e della riproposizione dello "stesso modello di sviluppo che ci ha precipitati nella crisi più nera..."



Scrive Aldevis Tibaldi: " Se il vertice della Regione ha tradito la specialità in ossequio al pensiero unico di Renzi, la CGIL regionale è rimasta aggrappata agli industriali e all'idea di uno sviluppo ad ogni costo."
E precisa: "Sin dal primo momento il vertice della CGIL regionale si è mosso come un supporter della Serracchiani e, come tale, ha finito per sacrificare l'autonomia di giudizio ed ogni capacità propositiva.

domenica 26 ottobre 2014

Immigrazione: dall'Isonzo al capannone di via Trieste. Organizzazione inesistente.

Coscienze a posto.

di Martina Luciani


Direi che questo è l'unico risultato dell'operazione che ha spostato il gruppo degli accampati sul fiume: al coperto, certamente, via dalla pioggia e dal gelo, ma in che contesto igienico e logistico! Roba da vantarsene alle Nazioni Unite, da far invidia ai campi profughi in Africa.
Per il resto nulla: una parte delle persone ospitate ricevono da mangiare, una parte no ( ci pensano i volontari con acrobatici trasferimenti di pentoloni e provviste da casa, in modo che almeno un piatto caldo al giorno sia assicurato), una parte ha una branda una parte dorme a terra, un'unica doccia e un unico servizio igienico, i wc chimici sono quelli della tendopoli ma pare non siano stati svuotati ( non ho controllato, spiacente), non esiste un referente che stabilmente gestisca i continui arrivi di persone, le relazioni tra strutture dell'Immigrazione e gestione della struttura non abbiamo capito quali siano, i controlli sanitari sono stati eseguiti per molti ma non per tutti e non prosegue un controllo periodico in loco ( oggettivamente il pericolo sanitario si riproporrà molto presto), non esiste un coordinamento tra volontari, autorità, istituzioni come CRI e Caritas, non esiste un flusso di informazioni nemmeno minimo tra Prefettura e volontari ( non si sa nemmeno se siano graditi o meno, non si sa con chi costoro possano interloquire in caso di necessità)
Campo Francesco, al confronto, era un esempio manageriale di gestione dell'emergenza e della buona volontà.
Che il problema sia immane non c'è dubbio; ma si poteva fare certamente meglio, contando sulla disponibilità di tante persone e gestendo le poche risorse che comunque la collettività è pronta a condividere con i richiedenti asilo. La micidiale commistione tra irrinunciabili abitudini al benessere, attitudine alla scarsa ospitalità e drammatiche conseguenze della crisi economica nella vita dei cittadini italiani  e determinante nel definire le aspettative e le consapevolezze collettive (in  gran parte condivisibili e legittime, ma viziate dall'assenza di prospettive globali e di coerenti visioni sul problema immigrazione nella sua portata  storica, geo politica ed economica globale e sulle cause della stessa). Ma nonostante tutto ciò, gli immigrati brutti sporchi e cattivi, gli invasori del nostro traballante mondo di certezze e sempre più scarse ricchezze  sono persone umane. O li trattiamo come tali o ci assumiamo la responsabilità giuridica e morale di cacciarli subito, se necessario in malo modo: a metà del guado non si può stare.

sabato 25 ottobre 2014

Il Parco Basaglia: laboratorio di possibilità





Non disperdere un patrimonio che dovrebbe essere il vanto di Gorizia per ciò che ha significato nella complessiva riforma della psichiatria.




di Franco Perazza



Il Parco Basaglia si definisce come patrimonio di natura e di memoria. Come tutti i parchi che ospitavano gli Ospedali Psichiatrici, dopo la sua istituzione all’inizio del secolo, e dopo la sua decostruzione negli anni settanta, avrebbe dovuto necessariamente vivere una nuova stagione di commistione fra aspetti sociali, culturali e scientifici. Così a Gorizia non è stato e il Parco aspetta ancora di assumere una sua identità che sia sintesi tra possibili nuove destinazioni d’uso senza perdita della memoria. Questa nuova identità  dovrà tener conto anche di un epocale evento storico, cioè la caduta del confine tra Italia e Slovenia.

venerdì 24 ottobre 2014

Profughi sull' Isonzo: pericolo sanitario dichiarato. Ordinanza del sindaco per lo sgombero.

Maltempo e freddo hanno portato la situazione dei profughi sul fiume al limite estremo: oggi verranno finalmente sistemati altrove, in un capannone industriale, su iniziativa della Prefettura di Gorizia.



di Martina Luciani

In seguito all'accertamento del pericolo sanitario da parte delle competenti autorità del Dipartimento di igiene e sanità pubblica dell'ASS, il sindaco Ettore Romoli ha emesso un'ordinanza di sgombero dei profughi accampati lungo l'Isonzo.
La Prefettura di Gorizia ha identificato un capannone industriale in via Trieste dove sistemare le persone, con il supporto logistico della Protezione Civile Oggi si sta provvedendo ad un qualche allestimento, ed alle 12 inizierà il trasferimento dei profughi.
La notte tra il 27 e il 28, in occasione del forte maltempo, avevamo segnalato la drammatica situazione dell'accampamento  alla Protezione Civile ed ai Vigili del Fuoco, ed il giorno dopo la verifica della situazione da parte dei volontari aveva messo ancora una volta in evidenza quanto fosse insostenibile la condizione delle persone sul fiume. Ora la dichiarazione del pericolo sanitario -  del rischio per l'incolumità delle persone e della diffusione di patologie contagiose -   ha finalmente prodotto l'ordinanza del sindaco, che ha una specifica responsabilità in materia, e l'iniziativa della Prefettura.

mercoledì 22 ottobre 2014

Marco Perduca, dal seggio radicale all'Onu arriva a Gorizia e in regione per una tre giorni di incontri e dibattiti.


Marco Perduca, responsabile del seggio ONU del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale, da lunedì 27 a mercoledì 29 ottobre, sarà a Gorizia ed in regione per presentare il suo nuovo libro “Operazione Idigov. Come il Partito Radicale ha sconfitto la Russia di Putin”.




Durante la sua permanenza, l’esponente radicale al Palazzo di Vetro di New York, avrà la possibilità di visitare le carceri di Trieste, Pordenone e Gorizia, oltreché incontrare i vertici istituzionali del capoluogo isontino, per discutere di immigrazione e confrontarsi sulle risoluzioni da adottare.
“E’ una grande occasione per Gorizia – afferma Michele Migliori, segretario dei Radicali Goriziani – che spero si saprà sfruttare al meglio, dato il difficile periodo che la nostra città sta vivendo. Non capita tutti i giorni di ospitare un rappresentante alle Nazioni Unite, e nei giorni in cui Marco Perduca sarà presente – continua Migliori – abbiamo richiesto un incontro al Sindaco Romoli ed al Presidente della Provincia Gherghetta, per confrontare le analisi legate alle politiche immigratorie nel capoluogo, e per cercare un punto d’incontro con lo scopo di trovare una risoluzione. Inoltre avremo modo di accertarci circa le condizioni della casa circondariale di Via Barzellini, ove i lavori di ristrutturazione stanno finalmente volgendo al termine."
"Infine – spiega il segretario dei Radicali – per la mattina del 29 è prevista una conferenza, organizzata grazie alla collaborazione con il Movimento Federalista Europeo di Gorizia, presso l’Aula Magna della facoltà di Scienze Internazionali e Diplomatiche, sul tema della difesa dei diritti umanitari in Europa e intitolata "Ruolo dell'Europa nei diritti umanitari: dal caso Ucraina al Mediterraneo".

Fiorentino, Perduca è stato Senatore Radicale dal 2008 al 2013 in Commissione esteri e giustizia e segretario della Commissione speciale per la tutela dei dritti umani del Senato della Repubblica. Prima di una breve parentesi come consulente alla Farnesina dal 2006 al 2008, ha rappresentato il Partito Radicale alle Nazioni Unite tra New York, Ginevra e Vienna – responsabilità che ha ripreso dall’inizio del 2014. Per due anni è stato il coordinatore del gruppo italiano della Ong Parliamentarians for Global Action ed è membro dei consigli direttivi di Nessuno Tocchi Caino e Non c’è Pace senza Giustizia. Ha un blog su HuffingtonPost.it e su twitter è @perdukistan

Sblocca Italia. Serena Pellegrino: attenzione, ritorna il modello Bertolaso.



L' allarme lanciato dalla deputata Serena Pellegrino, capogruppo SEL in Commissione ambiente a Montecitorio, durante il suo intervento  in sede di discussione generale del decreto Sblocca Italia alla Camera: i meccanismi di deroghe, semplificazioni, commissariamenti ripropongono il temuto modello Bertolaso.


“Attraverso lo Sblocca Italia, esautorando gli Enti Locali e le Regioni, ricorrendo a piene mani allo strumento del commissariamento e delle deroghe, si torna al modello Bertolaso che ha prodotto i danni e la corruttela che abbiamo, purtroppo, imparato a conoscere.
Non è un caso che, in audizione alla Commissione Ambiente, in merito all’applicazione di questo Decreto Legge, il presidente dell'Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, e la Banca d’Italia, hanno paventato ripercussioni negative sia sui tempi che sui i costi, e ne hanno denunciato la “vulnerabilità ai rischi di corruzione”.”
E’ questo uno dei moniti che la deputata Serena Pellegrino ( SEL) ha lanciato ieri  a Montecitorio, durante la discussione generale del disegno di legge di conversione del decreto Sblocca Italia.
“ Inoltre è sicuro – ha aggiunto Pellegrino -  che deroghe, eccezioni, commissariamenti, accentramento delle decisioni non porteranno ad alcun snellimento delle procedure, semmai determineranno un ennesimo groviglio normativo, un moltiplicarsi di ricorsi ed un allungamento dei tempi.”
“Tutto il decreto – conclude la parlamentare - è pervaso dalla preoccupazione di assicurare in ogni caso una piena e incondizionata “libertà d’azione delle imprese”, ignorando che le imprese non garantiscono affatto il perseguimento di interessi generali; punta ad una gestione centralista e autoritaria che calpesta i principi di democrazia, trasparenza e legalità che si è data l’Italia repubblicana e fa prevalere solo interessi di tipo economico sugli gli interessi pubblici; fa propria un’idea di sviluppo che condanna il Belpaese all’arretratezza di un’economia basata sul consumo intensivo di risorse non rinnovabili, concentrata in poche mani, quelle della speculazione, del petrolio, del cemento selvaggio.”

martedì 21 ottobre 2014

Rigassificatore in FVG, strategie confuse: nella futura bioregione, a Zaule no, nel golfo di Trieste no, ma a Monfalcone si?

CGIL: posizione favorevole a rigassificatori ( ma  non chiarissima), a elettrodotto Redipuglia _Udine, a progetto “nuova” centrale a carbone di Monfalcone.

di Martina Luciani



La presidente della regione Friuli Venezia Giulia , Debora Serracchiani ( PD), si è sempre dichiarata contraria al rigassificatore di Zaule e nel golfo di Trieste.
Oggi la stampa riporta l’annuncio dell’assessore regionale all’Ambiente , Sara Vito (PD), di due “concessioni” ( questo il termine usato dal Messaggero Veneto) relative ad un rigassificatore nell’area monfalconese e “ pure una mini struttura dello stesso tipo al Lisert di Trieste”.
Posto che probabilmente la notizia del Messaggero è nata zoppa per evidente incongruenza concettuale e geografica, comunque le
agenzie  stampa affermano che per Vito il “rigassificatore nell'area monfalconese possa essere un'opportunita' importante, nel quadro di una strategia di pianificazione energetica che contemperi le esigenze di energia con quelle ambientali, occupazionali e di sviluppo".
Affermazione che va letta in parallelo alle buone intenzioni che stanno sotto l’etichetta “ facciamo la bioregione! ” e in linea con il contesto in cui è stata espressa, cioè il convegno udinese della CGIL, su “ Energia, nuove strategie per rilanciare il manifatturiero.” Nel corso del quale il sindacato ha espressamente sostenuto l’opzione rigassificatori, dichiarando il proprio interesse nel seguire la vicenda di quello “mini” progettato al Lisert. Con una precisazione di non facile lettura: “nella consapevolezza però che si tratta di soluzioni dall’impatto parziale e molto limitato, con il rischio di aprire la strada ad altre iniziative analoghe , singolarmente poco impattanti ma difficilmente gestibili nel loro insieme».
Parallelamente CGIL  si  
schiera “per l’Elettrodotto Redipuglia Udine ovest, guarda con favore al progetto A2A sulla nuova centrale a carbone di Monfalcone, e ritiene che la centrale Elettra di Trieste, dopo l’acquisizione della Ferriera da parte del gruppo Arvedi, possa rappresentare una fonte di energia a basso costo, attraverso il riutilizzo dei gas di risulta del processo siderurgico, e quindi un’opportunità per l’insediamento di nuove realtà industriali.”

Marco Rossi, segretario PD, risponde al sindaco Romoli sulla questione immigrati.

L'attuale  situazione istituzionale ( CIE, CARA e Commissione territoriale) rende Gorizia strutturalmente attrattiva per i profughi richiedenti asilo. 
Migliorare la nostra efficienza nella gestione della situazione significa favorire maggiori afflussi di persone, serve invece un Piano nazionale di accoglienza, tener chiuso il Cie, non ampliare il Cara e dare una mossa al Ministero della difesa e agli organi decentrati dello Stato.


 Alcuni giorni fa, il sindaco Ettore Romoli ha scritto al segretario provinciale del PD Marco Rossi, invitandolo a sensibilizzare i sindaci del suo partito affinché diano concreta disponibilità a collaborare all'accoglienza dei migranti.
Rossi risponde ricordando che di emergenziale qua c'è ben poco, visto che la situazione si trascina da mesi, e che il ministro Alfano, ripetutamente sollecitato sullo specifico problema, manifesta solo forte inerzia e disinteresse.
" La Commissione istituita presso la Prefettura di Gorizia - scrive ancora Rossi - risulta a tutt’oggi l’unica del Triveneto incaricata di esaminare le istanze dei richiedenti asilo, determinando di conseguenza un flusso di profughi stazionanti in città e provenienti da ampia parte del Nord Italia. In concomitanza con le emergenze politiche e umanitarie di paesi come Siria, Libia e Afghanistan, il forte incremento dei richiedenti asilo verificatasi nell’anno in corso ha determinato la situazione in corso. La presenza del Cara di Gradisca è ulteriore elemento di attrattività che grava non solo, in maniera peraltro ancor più socialmente rilevante, sulla cittadina di Gradisca (oltre 200 ospiti del Cara su 6000 abitanti), ma anche evidentemente sul capoluogo isontino.

lunedì 20 ottobre 2014

Sabato apertura straordinaria di villa Louise. Iniziativa della Regione, con l'auspicio di un maggior controllo sulle Fondazioni


Uno dei gioielli dimenticati di Gorizia grazie al FAI punta a diventare uno dei “Luoghi del Cuore” da salvare. Novità per la Fondazione Coronini: le scelte rilevanti devono passare al vaglio della Commissione cultura del Consiglio comunale. 



di Marilisa Bombi

Sabato 25 ottobre, dalle 9 alle 14, sarà possibile visitare Villa Louise, storica dimora goriziana che fu per anni residenza principale dei conti Coronini che l’avevano ereditata nel 1912 dall’ultima discendente della famiglia Smart Löhneysen. E intanto, anche la Regione si muove: Villa Louise è stata individuata – con il Castello e il Parco di Miramare e Villa Manin di Passariano – tra gli attrattori culturali sui quali investire nell’ambito della Programmazione Ue 2014-2020. La notizia è stata data in occasione della conferenza stampa indetta alla presenza di uno sconsolato sindaco che, riguardo la Fondazione dallo stesso presieduta ha un bel po’ di gatte da pelare, anche se, in futuro, la responsabilità delle scelte del Curatorio sarà plasmata dalla Commissione consiliare cultura. Ciò in relazione al fatto che nell’ultima riunione del Consiglio comunale è stato approvato un ordine del giorno il quale prevede il passaggio in Commissione delle scelte rilevanti della Fondazione, così come espressamente voluto dal conte Guglielmo e recepito nall’ultimo articolo, il 22, dello statuto della Fondazione. I problemi sul tappeto sono tanti a partire dallo stato di degrado degli immobili anche se buone prospettive, a questo proposito, sono in vista. La Regione, su iniziativa dell ’ assessore alla cultura Gianni Torrenti, infatti, ha inteso inserire Villa Louise nel terzetto di « contenitori culturali » che rientreranno nell ‘accordo quadro per il recupero e la valorizzazione di attrattori culturali regionali , ed inserito nella programmazione dei fondi strutturali europei 2014 - 2020. « Il progetto centra un punto fondamentale – ha detto il presidente della Fondazione Coronini - Cronberg, Ettore Romoli - , che non è soltanto quello del recupero, quanto piuttosto quello della destinazione d’uso di Villa Louise » . Che, secondo l’iniziativa della Regione, dovrebbe diventare un incubatore di imprese culturali con la possibilità di individuare anche delle aree da destinare a residenze per artisti. Il progetto prevede a monte il recupero dell’ immobile e dell’ ampio parco retrostante.

Sta di fatto che, a prescindere da questa encomiabile iniziativa, va rilevato che anche la Regione Friuli Venezia Giulia dovrebbe svolgere una seria attività di controllo sulle fondazioni riconosciute, così come ha già disposto la Regione Veneto.

Più Commissioni territoriali per le richieste d'asilo: il raddopppio approvato anche dal Senato




Ci sono nuovi elementi per discutere concretamente il riassetto organizzativo del meccanismo che assegna alle Commissioni territoriali, incardinate nelle Prefetture,il riconoscimento delle richieste d'asilo. Prevista la ridistribuzione dei carichi di lavoro.



di Martina Luciani con la foto di Pierluigi Bumbaca



Non è ancora stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la conversione in legge approvata  definitivamente dal Senato alcuni giorni fa  del decreto agostano (22 agosto 2014, n. 119)  che interveniva sul funzionamento delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, previsioni curiosamente infilate tra i provvedimenti per contrastare la violenza negli stadi.
Come annunciato, raddoppia il numero delle Commissioni sul territorio nazionale ( saranno venti), e saranno insediate nelle Prefetture.  E’ prevista la possibilità di articolare l’attività in trenta sezioni . Finanziamenti di quasi 63 milioni di euro al Ministero dell’Interno per fronteggiare la situazione di eccezionale afflusso di stranieri ( 50, 8  milioni di euro per le politiche e i servizi dell’asilo, ovvero ad esempio lo SPRAR , rete di accoglienza gestita dai comuni.

sabato 18 ottobre 2014

I profughi in the jungle, Isonzo, Gorizia: se possibile, pure peggio di prima.

Il contrasto con i preparativi per l’apertura di Sposa Expo e quanto sta solo alcuni metri più sotto i padiglioni fieristici è sconvolgente: il trionfo dell’apparato costosissimo dedicato alle nozze che sfiora e ignora la miseria sporca e triste dei reietti nel fango dell’esilio.


di Martina Luciani



Oggi, una sessantina di giovani sono miseramente baraccati nelle vicinanze del fiume. Attendono che scorrano i tempi delle procedure necessarie per ottenere, o no, l’asilo nel nostro Paese.


Di loro nessuno sa che fare, la polizia non la vedono da almeno 10 giorni, il Campo Francesco è chiuso, il via vai confortante di amici e nemici non c’è.
E rispetto il vecchio campo, quello che gli stessi profughi hanno smontato e ripulito, la situazione è ulteriormente degradante.
Quel che aveva stupito molti dei visitatori del primo accampamento era stato vedere il concreto tentativo di dare un minimo di assetto ad una situazione estrema. Esisteva una specie di capanno centrale, tenuto in ordine, con alcuni focolari; esisteva un’organizzazione spontaneamente formatasi all’interno del gruppo relativa agli approvvigionamenti e alla logistica; esistevano dei ruoli riconosciuti in capo ad alcuni rispetto l’interlocuzione con l’esterno. Esisteva visibilmente uno sforzo enorme di affermare la propria dignità di comunità: una comunità di diseredati, ma capace di tenere il fuoco acceso, di impastare e cuocere il pane, ogni giorno,che è il primo e fondamentale riconoscimento della qualità di essere umani ( dacci oggi il nostro pane quotidiano) e di provvedere al sostentamento minimo per tutti.
Era un disastro, ma un disastro condiviso da una piccola comunità. Si davano coraggio l’un l’altro.

giovedì 16 ottobre 2014

Progetto Smart Gas: le acrobazie logiche del despota illuminato.

L’intervento del presidente Enrico Gherghetta, in audizione regionale, sul progetto del mini rigassificatore di Monfalcone non è piaciuto ad alcuni: sarà stato pure a titolo personale, ma ha indotto parecchia confusione nell’opinione pubblica. Le differenze sostanziali  tra l'attuale, e per ora inesistente, posizione della Provincia di Gorizia e quella del suo presidente. Che non sono proprio la stessa cosa.

 
di Martina Luciani
 
Se il contesto in cui si interviene non è istituzionale - se non addirittura arbitriamente imposto quale passaggio di indefinibile natura tecnica e di valenza esclusivamente politica, richiesto al  percorso del progetto Smart Gas per il mini rigassificatore di Monfalcone – anche una persona che pure indossa i panni di una autorevole carica istituzionale del territorio può esprimersi a titolo personale.
In questi termini il presidente della Provincia Enrico Gherghetta ha chiarito ulteriormente, ieri sera, in sede di consiglio provinciale,  su sollecitazione dei consiglieri Mario Lavrenčič ( SEL), Dario Furlan ( Rifondazione comunisti) e, seppur indirettamente Giuseppe Nicoli ( PDL), il  senso ontologico (e quello deontologico? ) del suo intervento favorevole al progetto del mini rigassificatore  in sede di audizione delle Commissioni regionali II e IV.
Senso non immediatamente percettibile , perché è un’acrobazia logica ritenere una convocazione diretta al presidente della Provincia come in realtà rivolta alla sua privata persona; e d’altronde  senso intrinseco, visto che la Provincia non ha espresso formalmente alcuna posizione, e consiglieri e giunta nemmeno conoscono il parere tecnico sulla VIA elaborato dagli uffici  della Direzione sviluppo territoriale e ambiente ( ma tale parere sta qui, per chi volesse approfondire).

domenica 12 ottobre 2014

Profughi a Gorizia. Presidente Boldrini, il suo bon ton istituzionale è inimitabile.

Laura Boldrini, presidente della Camera, risponde a Ilaria Cecot, assessore provinciale, che le ha scritto una lettera in cui chiede l'applicazione delle norme dello Stato italiano sulla gestione dei profughi richiedenti asilo. 

di Martina Luciani

La vaghezza cortese di Boldrini è inimitabile.
L'appello di Ilaria Cecot, per una soluzione che riguardi sia i richiedenti asilo accolti nella tendopoli della provincia di Gorizia sia quelli che ancora e ancora si accampano di notte nelle vicinanze dell'Isonzo ( e li vediamo la sera avviarsi con armi e bagagli fuori dal campo visivo della città), teneva sicuramente conto delle esperienze di Laura Boldrini prima di diventare presidente ( anzi LA presidente, come ha voluto fosse scritto sulla nuova carta intestata, buttando via quella con l'intestazione IL presidente, che invece non aveva minimamente scomposto l'ex presidente Irene Pivetti).
Boldrini è stata portavoce dell'UNHCR, ha lavorato per la FAO e per il WFP: di tragedie e disperazioni, in giro per il mondo, ne ha viste a bizzeffe. La sua sensibilità, sui temi dell'esilio, dei profughi, dei diritti umani negati, dell'emarginazione e dell'immigrazione dovrebbe essere specialissima.
La risposta inviata a Gorizia, tuttavia, è stata algida e burocratica, con alcune carinerie di cui probabilmente Cecot non sa proprio che farsene ( " nel ringraziarla per l'abnegazione e la passione con cui svolge il suo delicato incarico..." ; " ...le invio il mio saluto più cordiale..."; ..."comprendo i drammatici problemi e la frustrazione....".  Bon ton della carica istituzionale ricoperta?
Fatto sta che Boldrini non può fare nulla se non trasferire la lettera al ministro competente.
Mah! Un po' meno formalismo e un po' più di concretezza non avrebbero guastato. Almeno un accenno ad una personale condivisione pratica, del genere: " sarà mia cura parlare della situazione goriziana anche con il senatore Manconi, presidente della Commissione straordinaria del Senato per la tutela e la promozione dei diritti umani." O una prospettiva di tipo legislativo, senza dar troppo fastidio a nessuno: " Provvederò a sollecitare nell'ambito delle mie competenze l'iter del progetto di legge per la costituzione della Commissione nazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani alla quale deve essere attribuito il compito di promuovere e vigilare, in maniera indipendente,  sul rispetto, in Italia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali così come individuate dalle convenzioni delle Nazioni Unite, dal Consiglio d’Europa, dall’Unione europea e così come tutelate dalla Costituzione italiana."
Concludendo, se l'assessore provinciale chiede con veemenza "Ma lo Stato dov'è?" era inutile aspettarsi un: "Cecot, prenoto un volo e vengo a vedere di persona, che su 'ste cose qua ho più esperienza!" Che sarebbe stato il massimo. Ma non è arrivato nemmeno il minimalissimo " Mi tenga, la prego, puntualmente informata dell'evolversi dei fatti."

Osmače e Brežani: la coltivazione della terra per far rinascere le anime delle persone, la comunità , i luoghi.

A Trieste, giovedì 23 ottobre, una giornata di studio
in collegamento con il Premio internazionale Carlo Scarpa per il Giardino,
assegnato quest'anno ai villaggi vicini a Srebenica, protagonisti di una eccezionale esperienza di ricostruzione delle comunità distrutte dalla guerra e dal genocidio degli anni Novanta. 



Quest’anno, il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, iniziativa della Fondazione Benetton giunta alla venticinquesima edizione,  e stato assegnato  a Osmače e Brežani, due villaggi del Podrinje, regione della Bosnia orientale, ai confini con la Serbia,  sull’altopiano sopra Srebrenica. Un territorio di fronte al quale è inevitabile interrogarsi sulla contraddizione tra la bellezza della natura e i segni onnipresenti della guerra: solo 20 anni fa  la vita di una comunità è stata annullata, devastata la sua convivenza multiculturale , dispersi i sopravvissuti. Tra questi, però,  un gruppo di famiglie di agricoltori e allevatori  ha avviato con incredibile tenacia ( tutti conoscono le donne che hanno interpretato la coltivazione dei lamponi  come modalità per ricostruire pace, relazioni inter etniche ed economia ) un percorso di riconquista  del proprio mondo distrutto.

giovedì 9 ottobre 2014

Smart Gas, Gherghetta precisa la propria posizione favorevole espressa in Regione.


Ma siamo duri di comprendonio e con forti limiti intellettuali:  tra comunicati stampa ufficiali e articoli, tra posizioni personali, posizioni tecniche ( forse le osservazioni alla Via, però vorremmo leggerle) e posizioni politiche ( nello specifico solo indirette, ci pare, seppur non meno pregnanti) capiamo sempre meno.

di Martina Luciani

Oggi, con una nota pubblicata sul sito della Provincia, il presidente Enrico Gherghetta, con riferimento alla “audizione” in Regione sul gassificatore della Smart Gas, precisa la posizione espressa. Opportunamente, visto che nel comunicato stampa emesso dalla Regione risultava avesse manifestato, tout court e  analogamente al Comune di Gorizia, “ un sì convinto a tutti i progetti che portano sostegno economico alle nostre imprese e ai nostri cittadini".
Scrive  il presidente Gherghetta: “ la posizione favorevole che oggi ( cioè l’8 ottobre) ho espresso è personale, in quanto la Provincia di Gorizia, in linea con il rispetto della procedura di VIA, ha mantenuto con i suoi uffici una posizione tecnica e non politica.
Del resto è evidente come su un tema simile ci siano diverse sensibilità in tutto il mondo politico e amministrativo isontino. Non è mia intenzione semplificarle, ma di certo è giusto che dica quello che penso, e non solo perché fui tra i promotori del Terminal Snam a Monfalcone ben 15 volte più grande, ma anche e soprattutto perché credo che sia venuto il momento di gettare a mare la politica energetica di questa regione, creando le basi per un nuovo modello di sviluppo che punti alle energie rinnovabili e chiuda per sempre l’era del carbone. In questo senso il gas diventa il meno inquinante tra i combustibili di transizione e il GNL diventa un eccezionale strumento per aprire la stagione della green economy, sia nel settore dei trasporti e sia in quello della produzione energetica.”
C’è solo da capire quale sia il valore – politico o tecnico? - della delibera del 10 settembre scorso, nella quale la Provincia, seppur non all’unanimità fa proprio lo scenario Apea configurato nella relazione della Commissione tecnico-scientifica sulle ipotesi di riconversione della centrale A2A. Scenario che, a pagina 37, “ tiene conto della società Smart Gas Monfalcone srl, che intende realizzare all’interno dell’area industriale del porto di Monfalcone un terminale di ricezione e rigassificazione di gas naturale liquefatto di piccola taglia con lo scopo di fornire gas naturale alle utenze industriali che insistono sull’area medesima e alle utenze friulane in genere.” E prosegue: “ nel caso 100 milioni di Sm cubi /anno fossero resi disponibili per alimentare una centrale elettrica a gas di dimensioni ridotte, si potrebbero produrre potenze di circa 100 MW”: una situazione che va prevista come decrescente nella direzione del  ridursi a zero, con una tempistica da concordare. Ma intanto è una “vision” che si fonda non sul gas distribuito da Snam ma dal rigassificatore Smart Gas.

 Infine, sempre per chiarire a noi cittadini il valore tecnico e/o politico delle prese di posizione della Provincia, vorremmo fossero rese pubbliche le osservazioni che gli uffici tecnici della Provincia hanno inviato alla Regione relativamente alla VIA del progetto Smart Gas.