giovedì 16 ottobre 2014

Progetto Smart Gas: le acrobazie logiche del despota illuminato.

L’intervento del presidente Enrico Gherghetta, in audizione regionale, sul progetto del mini rigassificatore di Monfalcone non è piaciuto ad alcuni: sarà stato pure a titolo personale, ma ha indotto parecchia confusione nell’opinione pubblica. Le differenze sostanziali  tra l'attuale, e per ora inesistente, posizione della Provincia di Gorizia e quella del suo presidente. Che non sono proprio la stessa cosa.

 
di Martina Luciani
 
Se il contesto in cui si interviene non è istituzionale - se non addirittura arbitriamente imposto quale passaggio di indefinibile natura tecnica e di valenza esclusivamente politica, richiesto al  percorso del progetto Smart Gas per il mini rigassificatore di Monfalcone – anche una persona che pure indossa i panni di una autorevole carica istituzionale del territorio può esprimersi a titolo personale.
In questi termini il presidente della Provincia Enrico Gherghetta ha chiarito ulteriormente, ieri sera, in sede di consiglio provinciale,  su sollecitazione dei consiglieri Mario Lavrenčič ( SEL), Dario Furlan ( Rifondazione comunisti) e, seppur indirettamente Giuseppe Nicoli ( PDL), il  senso ontologico (e quello deontologico? ) del suo intervento favorevole al progetto del mini rigassificatore  in sede di audizione delle Commissioni regionali II e IV.
Senso non immediatamente percettibile , perché è un’acrobazia logica ritenere una convocazione diretta al presidente della Provincia come in realtà rivolta alla sua privata persona; e d’altronde  senso intrinseco, visto che la Provincia non ha espresso formalmente alcuna posizione, e consiglieri e giunta nemmeno conoscono il parere tecnico sulla VIA elaborato dagli uffici  della Direzione sviluppo territoriale e ambiente ( ma tale parere sta qui, per chi volesse approfondire). In più, se Gherghetta era convinto si trattasse di audizione inutile e persino ambigua non era più opportuno “ non parteciparvi – ha detto Lavrenčič – o perlomeno evitare di esprimere una qualsiasi valutazione, anche personale, sulla questione Smart Gas senza un supporto politico alle spalle?”
Il presidente Gherghetta, da affabulatore nato qual è, ha accolto queste interrogazioni come un invito a nozze. Ed è salito sul palcoscenico. L’ha fatto con quella sua gestualità lievemente partenopea, lusingando gli ascoltatori con momenti di autentica performance teatrale, ridestando l’attenzione con qualche piccola esagerazione da avanspettacolo, addolcendo paternamente alcune affermazioni decisamente caustiche. Un despota illuminato, generoso  nell’elargire bonomia, nell'irretire uomini e donne  con i suoi modi amichevoli e sensuali che celano una determinazione affilata come un buon acciaio da commandos, politico  di classe intramontabile, che ha navigato a testa alta per mille bufere ( a partire dalla sede del PCI di Monfalcone) e lasciato molti cuori spezzati in molti porti ( intesi come luoghi della politica, ovviamente).
Andiamo per ordine: i passaggi in commissione regionale, di qualsiasi cosa si tratti, devono essere previsti e regolamentati dalle leggi,  altrimenti sono meeting non istituzionali, pure raffazzonati, velleitari strumenti politici, la cui convocazione oltretutto produce un pessimo ritorno d’immagine verso il mondo dell’imprenditoria, certamente non stimolata dal presagire che proprie iniziative possano incappare in queste strettoie, pur senza valore istituzionale. Perché ad un imprenditore che propone opzioni di sviluppo si deve chiedere di rispettare l’ambiente, di rispettare le persone e di pagare le tasse. ( Sommessamente, un gemito dal fondo della sala: appunto!) 
“ In base a che principio si convocano le Commissioni per il mini rigassificatore e non per la ferriera di Trieste o il parco commerciale di Villesse?”: ha tuonato Gherghetta, ricordando poi la sua personale stima per il consigliere regionale Alessio Gratton (SEL) , presidente della commissione II, che però stavolta ha proprio “cappellato” nell'indire queste audizioni.  Gratton, in verità, aveva già messo le mani avanti nei giorni precedenti, affermando che “Forse tale modo di operare si potrebbe ritenere inusuale, ma se non è la politica a farsi carico dello sviluppo del proprio territorio, delle proprie economie e delle molteplici ricadute di un progetto attraverso una visione d’insieme, chi lo deve fare?”
Fatto sta che Enrico Gherghetta è personalmente convinto che il progetto Smart Gas è una opportunità, viste anche le connessioni di ulteriori progetti che possono successivamente innestarsi attorno all’impianto;

che per quanto sia “suadente” parlare di green economy questa non si fa solo con i pannelli fotovoltaici;
che bisogna in ogni modo evitare il permanere della centrale A2A oltre il 2017;
che il Lisert è una zona industriale da sfruttare al meglio;
che non è pensabile creare lavoro e sviluppo senza industria pesante;
che è un paradosso
osservare proprio nella sinistra italiana l’assenza di una cultura dell’economia industriale.
Queste sono le opinioni del presidente della Provincia di Gorizia: personali convinzioni, informazioni utili, o fanno parte, come ha sottolineato Mario Lavrenčič, di una visione politica e come tali pesano e producono conseguenze?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sembra un'innamorata - respinta -di Gherghetta!

Anonimo ha detto...

Magari Ghrgetta avesse innomaorate così intelligenti. riuscirebbero a fargli fare qualche cazzata in meno

Piazza Traunik blog ha detto...

Anche se questi commenti sono ironici, valgono le medesime osservazioni inserite negli altri post!
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Marilisa