mercoledì 12 novembre 2014

Chiude il garage a quattro stelle in via Trieste. Sono partiti stamattina i profughi, verso Milano.

E adesso, di quanti dovessero arrivare, che ne facciamo? Don Zuttion, direttore della Caritas diocesana: " Bella domanda!" Auspichiamo risposte.


di Martina Luciani

Sono partiti alla volta di Milano il centinaio di profughi sistemati nel capannone di via Trieste. Stamattina, caricati su due corriere e via verso il capoluogo lombardo che è sede di una Commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato.
Siamo contenti se la futura sistemazione che li attende sarà migliore, meno se dovessero fare la fine dei profughi che a giugno, provenienti da Taranto e trasportati su iniziativa della prefettura pugliese, furono abbandonati per ore sul piazzale di un parcheggio alla stazione di Rogoredo.
Ma domani, se non addirittura stasera che si fa?
Don Paolo Zuttion, direttore della Caritas diocesana,  sa che ovviamente la migrazione non finisce qua. Personalmente non entusiasta di concentrare un'altra cinquantina di persone al Nazareno di via Brigata Pavia - le grosse concentrazioni di persone sono sempre problematiche, ci spiega - è tuttavia pronto ad attivarsi  - meglio lì che sotto la pioggia, aggiunge Zuttion - affinché dalla prossima settimana la struttura possa aprire la porta ad altre persone in aggiunta all'ottantina già accolte. Il problema è che finora la decisione definitiva rimane  in bilico tra una primo orientamento prefettizio ad ampliare la convenzione al Nazareno, utilizzando l'ala dello stabile finora chiusa; una seconda comunicazione del viceprefetto che ha comunicato all'avvocato della Curia che non se ne fa nulla; una terza dichiarazione del prefetto, deciso ad andare avanti con la soluzione Nazareno.

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