domenica 25 gennaio 2015

Richiedenti asilo all'ex CIE o Cara Extra Large: altra promessa mancata del Prefetto di Gorizia.

Sono trascorse due settimane dal frenetico sabato pomeriggio in cui la Prefettura di Gorizia con alcune ore di super lavoro ha sistemato una quarantina di richiedenti asilo accolti in ricoveri di fortuna. I profughi sono ancora dove sono stati inviati: in un'ala dell'ex CIE, con le modalità di accoglienza dell'annesso Cara. Precisazioni e sollecitazioni del sindaco di Gradisca Linda Tomasinsig: si chiuda il CIE e sia resa nota la finalità dei lavori di ristrutturazione ancora in corso. Caritas e volontariato sempre in barricata.


di Martina Luciani

Nessuna delle ipotesi che costituivano alternativa all'allargamento del Cara si è sviluppata in maniera positiva: mille ostacoli, palesi e non, lasciano il meccanismo di accoglienza diffusa sul territorio provinciale ancora bloccato. Mentre ulteriori complicazioni giungono dall'annunciato sciopero dei 70 dipendenti del Cara, da diversi mesi senza stipendio: il 27 febbraio. E speriamo che sia l'occasione finalmente per chiarire una volta per tutte il meccanismo che vede i lavoratori letteralmente in balia di quello che pare essere un audace gioco delle parti tra Prefettura e Connecting People, che gestisce il Centro.
Ma torniamo alla mancata promessa del Prefetto in ordine alla provvisoria sistemazione di 40(o 50 ?) persone in un'ala dell'ex CIE. Il sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig, aveva fin dal primo momento paventato quello che sta accadendo.Il 10 gennaio pareva che la sistemazione dei profughi dovesse durare tre, quattro giorni al massimo: dopo 15 giorni, il sindaco è del tutto legittimato a ritenere, e a scrivere, che
è "sostanzialmente in atto una forma di riconversione della struttura a CARA".
Corre voce che in fondo questo era esattamente quanto il Ministero dell'interno intendeva fare, attendendo soltanto l'occasione propizia per riuscirci senza troppi ostacoli: risolvere un'emergenza è, per l'appunto, un'occasione perfetta.
In realtà questa rimane una interpretazione della situazione tutto sommato benevola,visto che il cospicuo investimento per la ristrutturazione del CIE dopo la sua chiusura (chiusura voluta coram populo) ha riprodotto le stesse orrende strutture carcerarie (carcere duro, sia chiaro). Quindi, vien da chiedersi, allarghiamo il Cara in un autentico, duro e puro CIE? Ma che senso ha tutto questo? Forse che, alla prima occasione, il Cara extra large lo riconvertiamo a Cie tout court? Nel paese delle prestidigitazioni politico-amministrative tutto è possibile.
Il sindaco Tomasinsing,al Tavolo di coordinamento regionalesui flussi migratori non programmati per il Friuli Venezia Giulia, convocato a Trieste alcuni giorni fa, con la partecipazione del Presidente della Regione, ha ribadito che il CIE va chiuso e che "sia resa nota la finalità dei lavori di ristrutturazione ancora in corso".


Non solo, dunque sia mantenuta la promessa di utilizzare la struttura in maniera temporanea ed eccezionale, ma si rispetti l'impegno di utilizzare il cara, e i suoi 204 posti, quale centro di accoglienza di primo livello come "  è  previsto dal piano di accoglienza dei profughi elaborato dall’ANCI e approvato in Conferenza Unificata Comuni, Province e Regioni il 10 luglio 2014. Esso prevede che la prima accoglienza sia fornita presso i CARA esistenti e non si protragga oltre i 30 giorni, con il tempestivo passaggio dei profughi alle strutture di secondo livello.".

Il sindaco di Gradisca calcola siano 500 i richiedenti asilo presenti in Provincia di Gorizia e sollecita a ridistribuirli sull'intero territorio regionale con i meccanismi dell'accoglienza diffusa.

Il dato purtroppo è inesatto relativamente alle persone che sono prive di convenzione: per il semplice fatto che il numero varia in continuazione. Quindi ad oggi sono sicuramente qualcuno in più. Ed a questo proposito vale la pena di ricordare, che per la cinquantina e più di profughi presenti a Gorizia e tutti senza convenzione viene eluso quanto previsto dalle norme e vengono lasciati alle cure di Caritas diocesana e volontariato. Volontariato e associazionismo che si sostituisce alle competenze delle istituzioni, che paga di tasca propria l'accoglienza e il sostentamento di tante persone e che pagherà, insieme a tutti gli altri cittadini fiscalmente solventi, le sanzioni europee per la sistematica italica violazione dei diritti umani relativamente all'assistenza dei profughi che richiedono asilo.

Ulteriore precisazione è necessaria a proposito dell'affermazione di Tomasinsig a proposito del Nazareno di Gorizia, dove sono sistemati 150 richiedenti asilo. La convenzione in essere, scaduta a fine anno ( il nuovo bando è, come da copione " quasi pronto")non è bilaterale ma riguarda tre soggetti: la Prefettura di Gorizia, la Caritas (in quanto ente che dispone dell'immobile grazie ad un contratto di comodato con la Congregazione delle Suore della Provvidenza e che sovraintende, in foza delle sue competenze nel campo dell'accoglienza, sul buon funzionamento della struttura) e la cooperativa Il Mosaico ( ente gestore, che in quanto tale dispone dei finanziamenti erogati dalla Prefettura).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi permetto di segnalare anche che tutti questi rimpallo non fanno altro che aumentare il flusso. Perché.?
Tutte queste persone vengono reclutare già nei loro Paesi del origine a questo scopo. Qualunque notte o giorno in un Cara, in un Cie, in una palestra, in un bosco in un parco, in una stazione...non li angoscia, non li spaventa e non li preoccupa.
Loro hanno la certezza matematica che non saranno mai espulsi dall Europa, e non hanno fretta.
Per questo hanno pagato i trafficanti di esseri umani al loro paese. S sono state istruiti su cosa dire e cosa fare appena giunti qui. Richiesta d asilo! La certezza di poter restare in Europa anche a dormire sul fiume arricchisce i trafficanti in modo straordinario. Loro lo sanno benissimo, hanno fiutato l affare!
Dovreste chiedere a loro sovvenzioni! Ne siete complici.

È quindi doveroso e necessario fermare questo orribile traffico di esseri umani e semplicemente aprire all immigrazione regolare con quote, visti e passaporti, invece di svilire il nobile istituto della asilo.

Piazza Traunik blog ha detto...

A me personalmente sta benissimo!Fermo restando che ci vogliono delle leggi, giusto? e che tutta l'Europa è nel marasma più totale relativamente all'accoglienza ( da quando si chiede e non si ottiene un'Agenzia europea per i rifugiati...) Ma purtroppo non ho gli elementi per dimostrare i miei eventuali sospetti. Se lei che scrive li avesse, siano di stimolo nelle opportune sedi per fermare il traffico di esseri umani. Che rimangono sempre e comunque esseri umani.

Anonimo ha detto...

Basterebbe un accordo fra il governo italiano e quello afgano. Per svolgere lavoro di intelligence nello specifico.
Anche le mosse dei paesi che che hanno rifiutato l asilo vanno in questa direzione.
Microrogetti umanitari in Afghanistan sono meno costosi delle spese di accoglienza. Inoltre andrebbero veramente ad aiutare donne e bambini, i più discriminati, minacciati e in pericolo.

Anonimo ha detto...

Da leggere sulla Stampa di oggi la storia della accoglienza dei rifugiati siriani in Svezia. Bellissima ed edificante.