domenica 18 gennaio 2015

Serve un'antiemetico per leggere il nuovo attacco di Fabio (poco) Gentile all'assessore provinciale Ilaria Cecot.

Greve come nei suoi momenti migliori, il consigliere comunale Gentile fa uno sforzo intellettuale che potrebbe costargli un esaurimento nervoso e scrive attaccando nuovamente l'assessore provinciale al welfare Ilaria Cecot. Che risponde, mentre intanto sta verificando se ricorrano nella tirata gentilesca e nelle analoghe insinuazioni gli estremi per una querela, risultandole attribuite azioni  che per il nostro ordinamento costituiscono un reato.

Gli afghani e l’Ilariatour.
L'assessore provinciale Cecot, che fra le sue deleghe non ha quella dell'accoglienza perchè non è compito della Provincia, annuncia che a breve è previsto l'arrivo di almeno 10 profughi. Il dubbio: possiede una agenzia turistica? Effettua le prenotazioni on line dei posti liberi o resi liberi?
Forse più semplicemente, supponendo che non abbia doti magiche di precognizione, ha un filo diretto con i molti afghani sparsi in Europa e i tanti referenti in loco, che come ha detto il Prefetto di Gorizia, arrivano perchè a Gorizia qualcuno li accoglie. O più semplicemente a Gorizia li invita a banchettare al nostro ormai derelitto desco. Domanda ad Ilariatour: quando finirà questa emergenza? Quando i poveri saranno gli italiani e chiederemo aiuto agli afghani?
Fabio Gentile capogruppo Forza Italia al Comune di Gorizia

Ilaria Cecot.
Carissimo Fabio Gentile,
vorrei darvi un'informazione che forse vi è sfuggita.  L'agenzia "Ilariatour " non l' ho fondata io, ma esiste da molto prima che io nascessi. E' nata nel '47 ed entrata in vigore il primo gennaio del '48, fondata da persone della levatura di Piero Calamandrei ma anche di Giorgio Almirante, da uomini e donne di sinistra e di destra.
I soci dell'agenzia di cui parlate erano i nostri Padri Costituenti, che hanno anche ritenuto di precisare e premettere all'art.2: i diritti inviolabili dell'uomo ( cittadini e non) esistono e noi li riconosciamo come fondamentali.
La millantata e temuta agenzia è nata con l'articolo 10 della nostra Costituzione che recita così :
"Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge."









3 commenti:

Anonimo ha detto...

Attenzione, pur nella buona volontà di ribattere alla polemica, l assessore Cecot scivola su una buccia di banana.
Nessuno dei rar presenti a Gorizia si appella all' articolo 10 della Costituzione e non è escluso che una richiesta d'asilo fondata su tale approccio risulterebbe rigettabile e infondata, se non addirittura irricevibile. L'Afghanistan non impedisce loro di esercitare un bel nulla, perchè queste persone non sono affatto perseguitate dalle istituzioni del loro paese, e questo vale anche per i pakistani.
Pur restando all interno dell ombrello del diritto d'asilo, un approccio saggio e prudente dovrebbe quantomeno porsi delle domande sull arrivo così insolitamente numeroso e improvviso, dall estate - in seguito a rigetto dell asilo da altri paesi europei più avanzati nelle politiche di accoglienza, di cittadini tutti giovani maschi della stessa nazionalità, senza donne nè bambini nè famiglie al seguito (turisti dell asilo?).
Fermo restando la deplorevole e miserabile bassezza di contenuti dell'esponente del consiglio comunale di Gorizia. Davvero la città non ce la fa a presentare di meglio?

Unknown ha detto...

Ma che buccia di banana, per favore!

Nessun richiedente si appella all'Art. 10 semplicemente perché il richiedente deve limitarsi a presentare la domanda di protezione internazionale. Il tipo di protezione verrà eventualmente deciso dalla commissione preposta e nella maggioranza dei casi non si tratterà di asilo politico ma di qualche altro tipo di protezione tra quelli previsti dal decreto legislativo 251/2007.
L' Art. 10 sancisce un principio fondamentale, dal quale traggono legittimità costituzionale i decreti che attuano le attuali disposizioni europee in materia di protezione internazionale.

Secondariamente l'Art.10 non pone la condizione che il richiedente sia perseguitato dal suo stato d'origine ma NEL suo stato di origine. Sappiamo benissimo che lo stato afgano non controlla ampie porzioni di territorio ed è ad oggi ben lontano dal poter garantire condizioni di sicurezza ai suoi cittadini. Anche qui il riferimento è quindi perfettamente pertinente.

Quanto alla composizione del flusso di persone che in questo momento sta interessando la nostra città, definiti sarcasticamente "turisti dell'asilo" inviterei il commentatore a consultare l'ampia e consolidata letteratura che tratta il fenomeno delle migrazioni. Vi troverà tutte le risposte, sono sempre quelle da secoli.

Anonimo ha detto...

Mii che incazzatura!
Troppo agitato per lavorare lucidamente in questo settore.
Le condizione da lei descritte per l Afghanistan sono valide per qualunque paese . Attualmente vivo e lavoro a due ore di aereo da Kabul in un paese assolutamente pacifico e ad altissimo tasso di immigrazione asiatica, che accoglie senza troppi problemi e offre lavoro a milioni, ma di afghani, curiosamente c'è ne sono pochissimi.