martedì 24 febbraio 2015

Lavoratori del CARA senza stipendio e in bilico sul baratro della disoccupazione: ufficiale che il Ministero degli interni non intende applicare la clausola sociale.


Foto di Thomas Lenardi

I dipendenti  della Connecting People in sciopero ricevono il “niet” definitivo dalla Prefettura di Gorizia per veder aperto uno spiraglio per il loro futuro lavorativo nella prospettiva della risoluzione consensuale dell’appalto per la gestione del CARA ( risoluzione di cui non si sa ancora nulla). Grave affermazione sul livello di professionalità dei lavoratori:  è da discutere, dice il Prefetto Zappalorto. 



di Martina Luciani



Si sta ancora svolgendo, davanti alla Prefettura di Gorizia,  il presidio dei lavoratori del CARA di Gradisca d’Isonzo, nell’ambito dello sciopero indetto da Fisascat Cisl, Funzione Pubblica CGIL e Uilfpl  unitarie.
Lo sciopero del 27 gennaio scorso non ha smosso nulla della palude in cui i dipendenti della Connecting People stanno poco a poco affondando: in vista della risoluzione consensuale del contratto tra Prefettura ed ente gestore ( e mentre sono stati appena pagati gli stipendi di...ottobre 2014) la chiusura, pressochè blindata, sul futuro lavorativo e professionale di una settantina di persone, e relative famiglie, è  estremamente preoccupante.
Abbiamo avuto già modo di occuparcene, in particolare rispetto all’atteggiamento del Prefetto, disposto a promettere pubblicamente l’applicazione della clausola sociale salvo poi escluderne l’applicazione dopo qualche giorno soltanto. Intanto la situazione al Cara, dove il numero dei richiedenti asilo aumenta di continuo rendendo necessario l’allargamento nell’adiacente complesso del CIE e i conseguenti super turni di lavoro del personale in servizio, si fa sempre più difficile sotto il profilo gestionale ( mancano i pagamenti delle Prefettura per provvedere alle necessità elementari).
Le organizzazioni sindacali spiegano in un comunicato gli sconfortanti risultati della giornata di sciopero di ieri.
“ Oggi ( cioè ieri) durante la manifestazione le cose sono peggiorate. Le OO.SS. sono state ricevute prima presso la UTG di Gorizia dalla Vicaria del Prefetto dott. Allegretto, la quale ha dichiarato che la  Prefettura ha fatto il possibile per risolvere la situazione dei  pagamenti ,che non vi sono novità rispetto alla ipotetica  risoluzione consensuale dell'appalto, aggiungendo poi che per quel  che riguarda la clausola sociale più volte richiesta dalle OO.SS. il Ministero ha dichiarato la non volontà di inserirla.”
I rappresentati dei lavoratori successivamente hanno avuto modo di  avvicinare in Camera di Commercio il Prefetto dott. Zappalorto per chiedere chiarimenti rispetto a tale dichiarazione. Il Prefetto “ha confermato la mancata disponibilità da parte del Ministero, ma soprattutto, cosa  sconcertante, la non volontà da parte della stessa Prefettura di  Gorizia a richiedere e inserire una clausola di salvaguardia occupazionale per i 70 lavoratori che oggi sono ivi impiegati.”


 Fatto notare che i lavoratori oggi impiegati hanno maturato nel  corso delle varie gestioni una notevole esperienza lavorativa,  tale da essere sicuramente utile ad un futuro gestore,  il Prefetto “ha risposto che la professionalità dei dipendenti si può discutere.” Dire che l’affermazione in questione “ha suscitato sdegno ed indignazione è poco: è   inaccettabile – scrivono i sindacati -  che un rappresentante dello Stato affermi la non  volontà ad inserire una clausola sociale che, ricordiamo, non obbliga l'azienda all'assunzione ma da la precedenza senza intaccare il  potere gestionale della stessa. “
Grave anche il commento prefettizio  rispetto alla professionalità dei  lavoratori,  che “ stanno solo chiedendo di essere pagati per il lavoro che hanno fatto, che lavorano per mantenere le loro famiglie ed i loro figli, in un contesto lavorativo non semplice.  E’ inaccettabile che l'istituzione rappresentante dello stato sul  territorio non si faccia carico di una situazione simile e per giunta  esprima la volontà di lasciare a casa 70 dipendenti.”

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