lunedì 6 luglio 2015

#noBiomasseGo: le prospettive europee sulla Valutazione di impatto ambientale e il salami slicing, ovvero la green economy casareccia.

E' molto interessante considerare la vicenda centrali a biomasse di Gorizia alla luce dei principi che saranno contenuti nella prossima direttiva europea sulla Valutazione di impatto ambientale: destinata a vedere la luce il prossimo anno, ne sono stati tuttavia sanciti, a ottobre 2013, dal Parlamento europeo,i fondamentali tratti identificativi. E' come guardare all'empireo, purtroppo.


di Martina Luciani

Lasciamo perdere in questa sede le norme che il Parlamento vuole siano dirette ad eliminare il conflitto di interesse e a garantire l'assoluta indipendenza tra autorità competente a valutare i progetti e committente, pubblico e privato che sia.
E' di fondamentale interesse aver previsto che il committente dovrà fornire maggiori informazioni sui rischi per la salute della popolazione interessata da un determinato progetto e sulle eventuali ripercussioni sul paesaggio e patrimonio culturale circostante. Il ruolo dei cittadini sarà quindi rafforzato attraverso un loro diretto coinvolgimento in tutte le fasi della procedura, rispondendo direttamente ai dettami della Convenzione di Århus che regola l’accesso alle informazioni, la partecipazione al processo decisionale e l’accesso alla giustizia in materia ambientale della popolazione europea.
Ma soprattutto la nuova direttiva contrasterà il cosiddetto "salami slicing", di cui l'Italia è maestra.
Ovvero lo spacchettamento di un progetto in sottosezioni più piccole e più facilmente autorizzabili, e sancirà l'obbligo di valutare non solo l'impatto ambientale del progetto in esame ma anche il cumulo che andrà a determinarsi con le altre fonti di inquinamento esistenti. A febbraio scorso, la Corte di Giustizia europea ha precisato che  la valutazione dell’effetto cumulo deve essere effettuata se più progetti insistono sullo stesso territorio ( e non è detto che sia solo quello comunale)  ed anche se tali progetti appartengono a categorie diverse: va comunque verificato se gli effetti ambientali della loro realizzazione possono cumularsi, per effetto additivo o sinergico ( per approfondimenti, Centro documentazione conflitti ambientali )
Non sarebbe dunque possibile che un progetto presentato in pompa magna come iniziativa imprenditoriale che coordina tre impianti industriali e li associa anche dal punto di vista tecnico, venga con nonchalance spacchettato in tre percorsi autorizzativi diversi; non sarebbe possibile affermare genericamente che l'aria di Gorizia è buona e quindi possiamo inquinarla senza morire asfissiati ( che è quello che vien detto, di fatto travalicando l'altra direttiva europea che impone il miglioramento qualitativo dell'aria); non funzionerebbero i trucchetti vari per tenere i cittadini all'oscuro, invitandoli ( tardivamente) ad una Conferenza dei servizi dove non sono in base alle leggi vigenti attualmente ammessi. ( un'esplicita previsione in tal senso sta nel nel disegno di legge di  riforma della pubblica amministrazione passato in Senato il 30 aprile scorso. All'art.2, per la precisione)
Tuttavia, se chi ci amministra volesse dimostrare buona volontà, andrebbe perlomeno a verificare quali strumenti esistono ad oggi  per evitare la contrapposizione tra aspettative di tutela e interessi diffusi dei cittadini e pubblica amministrazione. Preferisce invece assumersi le proprie responsabilità di fronte ai cittadini, a quelli residenti a Gorizia in particolare, e ancora più precisamente a quelli in possesso di certificato elettorale. Figurarsi se trova tempo per ragionare su etica e politica: si fa prima a negare le leggi della Fisica. ( lo dice un fisico e bioingegnere, che dovrebbe salvarsi, almeno lui, dall'accusa di sedicente ambientalista).

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