giovedì 7 gennaio 2016

Ma quanto ci costa la TV di Stato!

E' di 252 pagine il bilancio della Rai dello scorso anno e quindi si dovrebbe presuppore la totale trasparenza. Ma dalla lettura della composizione del Consiglio di amministrazione, ciò che emerge è la lottizzazione degna del più rigoroso manuale Cencelli.



di Marilisa Bombi

Quest’anno scatta la rivoluzione del canone Rai, che non viene abolito, ma solo abbassato di qualche euro. La novità è che si pagherà in bolletta. Con la conseguenza che diventerà praticamente impossibile non pagarlo. L’importo è di 100 euro tondi tondi.
Il canone televisivo è un tributo richiesto per finanziare la radiodiffusione pubblica nei vari paesi, permettendo così la trasmissione di programmi con poca o nessuna pubblicità.
E questo è anche ovvio. Peccato non sia così in Italia perchè nelle reti Rai, mi dicono, la pubblicità ha la stessa insistenza delle tv commerciali. Io non guardo le reti Rai perché non c’è quasi nessuno, ripeto nessun programma che susciti il mio interesse. Le serie che mi interessano le guardo, in streaming, in lingua originale. I film su Infinity o Mymovies. Insomma, non guardo più la tv di Stato. Guardavo Blob (unico programma di satira e non guardo nemmeno i TG pubblici. Guardo, invece, la CNN.
Tra i Paesi che hanno abolito il canone/imposta ci sono Paesi Bassi, Ungheria, Bulgaria, Spagna, Belgio fiammingo, Lussemburgo, Lituania, Lettonia, Polonia, Estonia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Russia e Turchia. Si paga invece il canone, ma non c'è pubblicità commerciale, in Francia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia.

Sembra che vari movimenti di opinione si stiano attivando per far eliminare questa gabella, attraverso la sottoscrizione di petizioni. Che – a me pare – lascino in questo caso il tempo che trovano per due ordini di motivi. Il primo è che ogni Governo ha utilizzato la Tv di Stato per farsi propaganda gratuita e non vedo pertanto perché dovrebbero farlo Renzi & C. che hanno, anzi, avuto la felice idea di trovare questa soluzione anti-evasione. La seconda è che la Tv come mezzo di informazione è del tutto inutile perché oggi la comunicazione viaggia su altri percorsi, ovvero su altre reti. Ma ci sono ancora un paio di generazioni (compresa la mia) che più per abitudine che per scelta, continuano ad utilizzare il telecomando limitatamente ai primi numeri.
L’unica speranza insomma, perché sia posto fine a questo sperpero di denaro pubblico (solo in parre finanziato dal canone) è quello di cessione delle reti ai privati. E questo, anzi, dovrebbe essere un obbligo vista l’attuale contingenza negativa ed il fatto che la Tv di Stato non assolve più allo scopo per la quale era nata.



A proposito del balzello ecco quanto spiega l’Unione Nazionale Consumatori
1) Il pagamento del canone Rai  avviene mediante addebito nella fattura per i titolari di utenza di fornitura di energia elettrica.
2) Il canone deve pagarlo chiunque detiene un apparecchio atto od adattabile alla ricezione delle trasmissioni televisive. Fin qui nessun cambiamento. La novità, pessima, è che si presume la detenzione dell’apparecchio nel caso in cui esiste “un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica”.
Se non è vero, per superare questa presunzione, si deve presentare un’autocertificazione all’Agenzia delle entrate – Direzione Provinciale I di Torino – Ufficio territoriale di Torino I – Sportello S.A.T. La dichiarazione “ha validità per l’anno in cui è stata presentata“. Ossia, ahimè, va ripresentata ogni anno!!!
3) Non fate autocertificazioni anticipate, ossia prima che vi arrivi la richiesta indebita del pagamento del canone Rai. La dichiarazione di non detenere apparecchi, infatti, deve essere resa nelle forme previste dalla legge, con modalità da definirsi con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate. Si spera che, con la bolletta, sia anche allegato un modellino apposito per l’autocertificazione che eviti al consumatore dichiarazioni incomplete. In ogni caso dovete aspettare, senza mettere le mani avanti, anche perché difficilmente la vostra letterina sortirebbe gli effetti desiderati, vista la mole di banche dati che già dovranno incrociare.
Si ricorda, inoltre, che ci si espone a responsabilità penali nel caso di dichiarazioni false (la dichiarazione è rilasciata ai sensi del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, che, all’art. 76, prevede che “chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico e’ punito ai sensi del codice penale…”.
4) Mandate la disdetta in tempo utile. Non dovete anticipare l’autocertificazione. Dovete invece comunicare, questo si, le variazioni intervenute che eravate obbligati a trasmettere anche in passato, come il cambio dell’indirizzo di residenza. In particolare:
Se avete ceduto a terzi tutti gli apparecchi televisivi in vostro possesso dovete inviare la disdetta, dando esatta comunicazione delle generalità e indirizzo del nuovo possessore.
Se non avete più alcun televisore dovete inviare la disdetta, fornendo adeguata documentazione. Se lo avete portato in discarica, ad esempio, è bene allegare la ricevuta di rottamazione che vi hanno rilasciato. Nel caso di furto, la denuncia.
In caso di morte del titolare, l’erede già abbonato deve richiedere l’annullamento dell’abbonamento intestato al defunto comunicando la data ed il luogo di decesso dell’intestatario. Se, invece, l’erede non è abbonato, può richiedere l’intestazione dell’abbonamento a proprio nome.
Importante: la disdetta andava fatta entro il 31 dicembre 2015, per poter essere dispensati dal pagamento del canone dal 1° gennaio del 2016.
5) Importo. Per l’anno 2016, poi si vedrà, il canone annuo ordinario è stato ridotto a 100 euro, dai 113,50 del 2015. L’importo del canone sarà indicato nella fattura con una distinta voce, ma il rischio che il consumatore non se ne accorga è elevato, specie perché l’importo sarà suddiviso in dieci rate mensili, da gennaio ad ottobre (con l’eccezione del 2016, cfr. la voce scadenza).
6) Scadenza. Limitatamente al 2016, il primo addebito del canone avverrà nella prima fattura elettrica successiva al 1° luglio 2016 e comprenderà le rate già scadute, ossia da gennaio a luglio.
7) Suggellamento. Non è più possibile chiedere il suggellamento del televisore. Non che fosse una pratica diffusa, considerato che avrebbero dovuto venire in casa vostra e mettere la tv in un sacco, ma la legge di stabilità ha eliminato questa possibilità.
8) Esenzione. Una buona notizia! Il limite di reddito per il diritto all’esenzione dal pagamento del canone Rai a favore dei soggetti di età pari o superiore a 75 anni, previsto dall’articolo 1, comma 132, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, è stato elevato a 8.000 euro annui (era 6.713,98 euro). Sempre poco, ma meglio di prima.
9) Seconde case e tv. Nessuna novità. Se avete una seconda abitazione dove vi è un televisore, non dovete pagare un secondo abbonamento. Idem se avete più televisori. Il canone è dovuto una sola volta per tutti gli apparecchi detenuti “nei luoghi adibiti a propria residenza o dimora, dallo stesso soggetto e dai soggetti appartenenti alla stessa famiglia anagrafica“.
10) Contattate l’UNC. In caso di dubbi o richieste di assistenza, è possibile contattare lo sportello. Ogni info è disponibile on line http://www.consumatori.it/

1 commento:

Anonimo ha detto...

Visto che la Signora attinge a Wikipedia: "In Italia il canone televisivo o canone RAI è un'imposta[1] sulla detenzione di "apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive"[1] nel territorio italiano."
LA TV DI STATO NON E' FINANZIATA CON IL 100% DELL'IMPORTO!!!