mercoledì 24 febbraio 2016

Bisogno di verità: solidarietà collettiva per Giulio Regeni

Utilizzare i social network come movimento di pressione: noi ci stiamo!


«Appendete striscioni, condividete le foto, per mio fratello, per Giulio Regeni, per il mondo intero». Lo scrive Irene Regeni, sorella di Giulio, sul suo profilo Facebook nel quale è postata anche una foto del balcone di casa Regeni a Fiumicello, dove campeggia in vista sulla ringhiera uno striscione con la scritta «Verità per Giulio Regeni» Il quotidiano regionale, sulle pagine on-line, dà voce a quella che dovrebbe diventare la richiesta di tutti. Anche Assostampa Fvg, dal suo sito www.assostampafvg.it, aderisce alla campagna "Verità per Giulio Regeni". La chiede Amnesty International Italia che con il quotidiano “la Repubblica” ha lanciato una nuova mobilitazione dopo le prime reazioni dell’associazionismo alla notizia della misteriosa morte del giovane ricercatore in Egitto.
«Uno striscione, una richiesta, una campagna – si legge sul sito dell’organizzazione internazionale – per non permettere che l'omicidio del giovane ricercatore italiano finisca per essere dimenticato, per essere catalogato tra le tante "inchieste in corso" o, peggio, per essere collocato nel passato da una "versione ufficiale" del governo del Cairo».  Un appello subito raccolto dalla Fnsi, la Federazione della stampa nazionale che sarà anche presente, domani, giovedì, alle 14, al sit-it promosso dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili e dall'Associazione Antigone davanti all’ambasciata egiziana a Roma. Diffondere la campagna sui social media e sui mezzi d’informazione, invitando le istituzioni locali, nazionali ed internazionali a continuare ad impegnarsi per illuminare la vicenda di Giulio e arrivare a scoprire la verità su quanto gli è accaduto è dovere civico e morale. Perchè non ci si può accontentare di una verità di comodo, non si può lasciare che cali l’oscurità sulla vicenda di Giulio Regeni. «Lo dobbiamo alla sua famiglia, ai suoi amici e colleghi che da ogni parte del mondo chiedono solidarietà», afferma Amnesty Italia. Ci siamo, nel nostro piccolo, anche noi.

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