venerdì 29 luglio 2016

A Borgo Colmello il Capro espiatorio di Roberto Cantarutti

di Marilisa Bombi


Roberto Cantarutti, che vive a Cormons, ci ha raccontato che la sua passione per la pittura deriva dalla conoscenza, in tenera età, del pittore gradiscano Francesco Cianetti, caro amico di Cesare Mocchiutti e di suo padre. La sua vasta cultura storico-artistica lo affascinava, generando in lui una passione sempre più solida per la pittura già amata. Dopo un irregolare percorso di studi, diventato maggiorenne, ha soggiornato a Londra per seguire un corso di disegno dal vero.
Roberto Cantarutti è dei 21 artisti impegnati a dare corpo all’iniziativa “Ritratti e bestialità di corte” ospitata nel complesso di Borgo Colmello di Farra d’Isonzo, organizzata dall’associazione ASSCULTA e patrocinata dall’Amministrazione comunale di Farra d’Isonzo.

Di recensioni critiche di Roberto Cantarutti ne sono state scritte molte, in occasione delle diverse mostre dallo stesso realizzate, così come risulta dal  suo sito personale. Ma, di tutte, quella che a nostro avviso ha più  di ogni altra colto l'essenza della sua pittura è stata Cristina Feresin che, nel presentare la mostra "La mia casa è il fiume" svoltasi lo scorso anno nello studioFaganel a Gorizia, così ha scritto di lui:  "Scivola a filo d’acqua la pittura di Roberto Cantarutti, fluida e trasparente, a momenti impetuosa e travolgente, come un fiume, dalla superficie cheta e dalle profondità inaspettate, dove si cela la forza centrifuga, che tutto muove senza dare nell’occhio, e ti risucchia, improvvisamente.
Così l’arte di Roberto Cantarutti, cromie tenui e mirate, gioco di velature e sovrapposizioni, pennellate ampie e ariose, definisce corpi in perenne movimento, in dialogo tra di loro e con il mondo circostante, tra la necessità del confronto, il desiderio di vicinanza, il bisogno di comprendere determinate dinamiche, l’esigenza di sentirsi liberi.
Poesia visiva pura, vibrante, viscerale, autonoma.
Sagome si librano con destrezza sulla superficie, cercano un contatto fisico e di pensiero, si tengono in equilibrio attraverso un’attenta calibratura dei pesi in modo da non cadere mai, si alternano a giochi acrobatici, dall’apparente diletto, dove è sufficiente una piccola disattenzione per trasformare il divertimento in dramma. Diventano così metafora della vita, di rapporti precari, di conflittualità sotterranee che, a fatica, si affrontano.
Cantarutti narra il dritto e il rovescio della medaglia, ciò che sembra, ciò che è e ciò che potrebbe diventare se anche solo una delle condizioni presupposte dovesse mancare all’improvviso. Mette in scena la fragilità, l’inquietudine, ma anche l’energia e il vigore che si sprigionano in determinate situazioni, attraverso una leggerezza disarmante ed inaspettata, tra figurazione e simbolo, data da un gesto deciso e sicuro e da un uso sapiente del colore, steso a più riprese e successivamente raschiato, in modo da rivelare/svelare cosa c’è sotto ad ogni scelta, ad ogni azione.
“La mia casa è il fiume” è un ciclo dove l’artista ritorna a manifestare il suo interesse per l’uomo e la natura, come già successo nella serie “Tutte le creature”, indaga gli stretti rapporti che intercorrono tra le due entità, a volte conflittuali, a volte di perfetta armonia, sempre però alla ricerca di una potenziale intesa, di un punto di contatto e confronto espresso per mezzo di una pittura sincera e personale, fatta di esperienze acquisite e sedimentate nel tempo.
L’elemento acqua, una costante nella produzione di Cantarutti e qui rappresentata dal fiume e dal suo flusso, è simbolo di energia e di vita, diventa luogo di incontro per uomini, donne e bambini che vi si immergono tra le brume schiumose, fonte di sopravvivenza per coloro che ne hanno bisogno e ne riempiono taniche e otre, momento di svago per chi vuol solo goderne l’abbraccio.
Il tutto reso in maniera mirabile attraverso una gamma tonale ricca e raffinata che spazia dai blu, ai verdi, ai grigi, dove corpi appena abbozzati volteggiano agilmente, o vengono ripresi nell’atto dello spostamento, e anche quando sono immobili, stretti in abbracci liberi o forzosi, o in composizioni corali fisse, non appaiono mai statici, al contrario, sembrano sempre in attesa, pronti per il divenire, verso chissà quale destinazione, fisica, mentale, emotiva.
Una pacatezza apparente quella che s’incontra in queste tele che, sotto gli strati di colore, tra i segni sfrangiati, oltre i graffi incisi, nasconde un magma di pensieri, considerazioni, desideri, appassionati e vivi."
La mostra, a Borgo Colmello, rimarrà aperta fino a Natale, dopodichè l'intera collezione sarà messa unitariamente all'asta. Il catalogo della mostra, gli orari ed ogni altra informazione utile, sono disponibili nel sito della mostra.


Mostre personali di Roberto Cantarutti

1997 – Immagini interiori di vita quotidiana, Corte Brusini, Udine
1998 – Progetto Segnali della città, Informagiovani, Udine
1999 – Progetto Zona centro, Libreria Compralibro, Udine
2000 – Filologico, Centro Giovani Cormons, Cormons (Gorizia)
2001 – Diverse Geografie, ACTIS, Trieste
2006 – Dialoghi, Libreria Rebus, Cormons (Gorizia)
2006 – Convergenze, Biblioteca civica Villa de Brandis, San Giovanni al Natisone (Udine)
2008 – Spazio Tilt, Cormons (Gorizia)
2009 – I Figli delle Stelle, Giudecca, Venezia
2010 – Metamorfosi, Wine Bar, Gorizia
2011 – Virus in Cormons, Ai due fratelli, Enoteca Comunale, Cormons (Gorizia)
2011 – Alla Posta, Aiello del Friuli (Udine)
2012 – Dal Mare, Libreria Prospettive, Gorizia
2013 – SDI Druchzentrum, Monaco (Germania)
2013 – Intorno al cerchio, Bagno Ausonia, Trieste
2013 – Art-Tu festival, Palazzo Pognici, Frisanco (Pordenone)
2014 – Museo civico del territorio, Cormons (Gorizia)
2014 – Solo di passaggio, Corte dell’Arte, Gorizia
2015 – Tutte le creature, Galleria PUB, Portogruaro (Venezia)
2015 – RE Salio, Ubik Art, Pordenone
2015 – La mia casa è il fiume, studiofaganel, Gorizia
2016 – Al fine lo spirito fa quello che vuole”, Ass.ne Prologo, Gorizia

Mostre collettive

1996 – Visibili/inVisibili, Casa della Contadinanza, Udine
1998 – Panoramantique …, Torre, Cividale del Friuli (Udine)
1999 – Didivuè-Oggigiorno, Agriturismo ai Colonos, Villacaccia di Lestizza (Udine)
2000 – Pnudgots, Trieste Contemporanea, Studio Tommaseo, Trieste
2007 – ManinFesto, Villa Manin Centro d’Arte Contemporanea, Passariano di Udine (Udine)
2007 – Caffè Commercio, Gorizia
2008 – Gruppo C6, Biblioteca Statale Triestina, Trieste
2008 – Lungo i Bordi, mostra itinerante, Palazzo Manzioli Izola (Slovenia), Biblioteca Statale Isontina, Gorizia,
Galleria Comunale d’Arte Contemporanea ”Ai Molini”, Portogruaro (Venezia)
2008 – Dobia Arte Eventi, Dobialab, Staranzano (Gorizia)
2008 – In/Contro, Bar Rullo, Cormons (Gorizia)
2008 – Pinocchio e il lupo, Ex Casa Zannier, Cervignano del Friuli (Udine)
2008 – Mostra del piccolo formato, Atelier Bernot, Gorizia
2009 – Calendario Centro Alzheimer Mitteleuropeo, Biblioteca Statale Isontina, Gorizia
2009 – Cortocircuito Arte nel paese, Cormons (Gorizia)
2009 – BEATS, Caffe Bordo, Muzejska Zbirka Kolodvor, Transalpina, Nova Gorica (Slovenia)
2010 – Fat(t)o a mano, Palazzo Meizlik, Aquileia (Udine)
2010 – Libri Di_Versi, Galleria Comunale d’arte Contemporanea, Portogruaro (Venezia)
2010 – On the Road, Udine
2010 – 60 x 60 Images, Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Udine
2010 – Iztirjeni, Gallerija Tir, Salcano (Slovenia)
2011 – Libri Di_Versi, Galleria Comunale d’arte Contemporanea, Portogruaro (Venezia)
2011 – Virus in Cormons, Bar Rullo, Cormons (Gorizia)
2012 – Profezie, Musei Provinciali, Palazzo Attems, Gorizia
2015 – Lo spazio del volo, Musei Provinciali di Borgo Castello, Gorizia
2015 – Vita/Morte/Cibo, studiofaganel, Gorizia
2016 –  Ritratti e bestialità di corte, Borgo Colmello, Gorizia

mercoledì 27 luglio 2016

Laguna in acquerello, da venerdì 29 luglio a Grado, all'hotel Astoria



Marina Legovini espone i suoi acquerelli ed insegna la tecnica a Grado.


di Marilisa Bombi

Infaticabile, oltre che eclettica, Marina Legovini che nei locali dell’associazione la Corte dell’Arte SAG (Spazio Alba Gurtner) di via Carducci, a Gorizia, organizza nel corso dell’anno seminari per conoscere la storia dell’arte e tiene anche lezioni di tecnica pittorica, nemmeno d’estate non si ferma. Tutt’altro. Ama talmente tanto il suo lavoro che desidera condividere la sua conoscenza. "Happiness is real only when shared": la felicità è autentica solo se condivisa ci racconta Christopher in “Into the wild”. E poichè la cultura è conoscenza, in un mondo caratterizzato dalla globalizzazione, la cultura se condivisa può divenire una leva in grado di porsi quale ingrediente per migliorare l’uomo.
Ed è per questo motivo che questa città, così ricca dal punto di vista artistico, ha ancora qualche speranza. Perlomeno è questo l'auspicio.
Ritornando a Marina Legovini (che nei giorni scorsi è stata indiscussa protagonista nell’incontro che si svolto al giardino Viatori), sarà presente venerdì prossimo (ovvero il 29 luglio) a Grado, all’hotel Astoria. Insomma, chi per diletto, per interesse o anche solo per curiosità ha modo di trovarsi a Grado alle 18.30, il consiglio è di non perdere l’appuntamento con l’artista che presenterà un nuovo ciclo di acquerelli dedicati alla laguna di Grado. Peraltro, oltre all’esposizione delle opere, l’artista illustrerà, con un’esibizione tecnica, il programma dei due laboratori di acquerello previsti nelle giornate del 4 – 5 e del 25 – 26 agosto.
Fonte di ispirazione per uno scenario ricchissimo di colori in continuo mutamento, gli acquerelli di Marina Legovini rivelano un piccolo mondo fantastico intrecciato fra il verde della natura e il blu della laguna di Grado. I colori sapientemente dosati, catturano lo spettatore invitandolo a scoprire nei dettagli la magia del colore. A tratti l’acqua corre per poi rallentare e, quasi a comando delinea arbusti e barene fra lo stridio degli uccelli in volo. Si fa lenta sulla battigia, dove i bagnanti sostano mollemente adagiati, oppure attenti al calar della marea, nel catturare qualche piccolo abitante del mare fra le conchiglie e le piume portate dal vento.
La mostra comunque, proseguirà fino al 29 agosto dalle ore 9.00 alle ore 24.00 con ingresso libero.
Per informazioni 339 8326850.

martedì 26 luglio 2016

Medici Senza Frontiere se ne va da Gorizia: qualcuno li ringrazia per averci evitato un'inverno di vergogna e di enormi difficoltà organizzative?



Dopo sei mesi di attività, Medici Senza Frontiere conclude il suo intervento
a Gorizia,
che ha offerto riparo a 598 richiedenti asilo
rimasti esclusi dal sistema di accoglienza,
e ne consegna la gestione, rodata dall'esperienza e da tutte le possibili ostilità, a un’organizzazione locale.  


Pubblichiamo il comunicato stampa, con l'auspicio che da altre fonti giunga  perlomeno l'espressione della consapevolezza che se abbiamo potuto trascorrere alcuni mesi senza la percezione della vergogna e dell'inciviltà nell'approccio cittadino alla presenza dei richiedenti asilo, per un verso, e senza l'assillo delle problematiche concrete del dar ricovero a così tante persone,per l'altro verso, è merito di MSF, e accanto a loro di chi li ha sostenuti e supportati. Grazie MSF!


 La nota giunta oggi, 26 luglio.
A dicembre 2015, MSF aveva installato 25 container abitativi per offrire uno spazio di accoglienza e assistenza ai richiedenti asilo, costretti a dormire all’aperto per settimane sulla riva del fiume Isonzo. Nonostante la loro richiesta di protezione, queste persone erano rimaste escluse dal sistema di accoglienza per la mancanza di posti disponibili. Secondo le direttive europee e la legislazione nazionale, tutte le persone che manifestano la loro volontà di richiedere protezione hanno diritto ad essere inserite nel sistema di accoglienza.
“Dopo la partenza di MSF da Gorizia, crediamo che per rispondere ai bisogni delle persone sia necessaria un’accoglienza più strutturata”, dichiara Yannick Juillot, responsabile del progetto MSF a Gorizia. “Il dormitorio del San Giuseppe, come altre realtà analoghe sul territorio, offre ora un servizio di base, ma le istituzioni centrali e locali dovrebbero far seguire alla primissima accoglienza un percorso di inclusione sociale, essenziale per il benessere psicofisico dei richiedenti asilo.”
L’approvazione della richiesta di autorizzazione edilizia da parte del Comune di Gorizia e i lavori di adeguamento che si concluderanno in questi giorni permetteranno la permanenza del dormitorio presso gli spazi del San Giuseppe, messi a disposizione dall’Arcidiocesi.

Sentenze ricorsi UTI. Il TAR avvisa: in fase attuativa della legge istitutiva delle UTI, si faccia attenzione al rispetto dei principi costituzionali di rappresentatività e democraticità.



Se il legislatore della Regione FVG considera  di aver ottenuto, il mese scorso,  dal TAR  “una importante legittimazione” a proseguire nella propria azione riformatrice delle autonomie locali ( leggasi Unioni Territoriali Intercomunali), abbia anche la diligenza di tenere le sentenze a portata di mano nel prosieguo dell’organizzazione. E di leggerle per intero, perché di avvisi ai naviganti ce ne sono più di uno, e molto importanti.

 di Martina Luciani

Il Tar Friuli Venezia Giulia ha giudicato inammissibili i ricorsi dei Comuni  contro la delibera della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia n. 1282 del 01.07.2015 riguardante  l’approvazione in via definitiva del Piano di Riordino Territoriale previsto dalla legge regionale 26/2014, art. 4, comma 6. Ha invece accolto i ricorsi che  contestavano la nomina del commissario ad acta, riconoscendola  contraria alla legge e annullando i provvedimenti sostitutivi adottati.  
Nella stesura delle sentenze ha inoltre formalizzato alcuni concetti che val la pena di estrapolare e rammentare quali strumenti di vigilanza e interpretazione nelle fasi attuative del meccanismo UTI, considerato dai giudici amministrativi  a rischio “pervasività” su un paio di principi tutelati dalla Costituzione: la rappresentatività e la democraticità, prevalenti sul principio del contenimento della spesa pubblica.
Andiamo per ordine,  cominciando da questo concetto: “Va ribadito come la ricostruzione dell’istituto delle UTI testé illustrata avviene sul piano formale e astratto, al solo fine di esaminare il ricorso così come prospettato.”
I giudici amministrativi chiariscono il contesto dei pronunciamenti e  non escludono che in fase attuativa delle UTI emergano “ sue eventuali  contraddizioni interne” né che si manifestino “eventuali discostamenti  dagli stessi principi della legge”.  
Si prendono anche la briga di indicare nella stessa sentenza  alcune possibili problematiche.
Una  riguarda i criteri individuati dalla legge regionale per stabilire la dimensione ottimale delle UTI ( continguità territoriale, integrazione istituzionale già esistente,  omogeneità e complementarietà delle caratteristiche geografiche, demografiche, ambientali, di mobilità etc etc.).  I criteri elencati dalla legge dalla legge 26/2014 possono porsi in conflitto tra di loro e anche al loro interno: “basti pensare al criterio dell’omogeneità delle caratteristiche geografiche, demografiche, di mobilità, ambientali, economiche, sociali, culturali e infrastrutturali, che può essere sussistente per un aspetto e non per l’altro e può essere riferito a diversi comuni confinanti.” Lo stesso vale per l’integrazione istituzionale, rappresentata anche da precedenti forme associative o convenzioni, le quali possano essere le più varie e talvolta non sovrapponibili.”
La sentenza, inoltre,  inquadra l’ulteriore questione, accennata all’inizio.
  Lo scopo del contenimento della spesa pubblica è principio costituzionale che giustifica la collocazione, con legge regionale o statale,  delle funzioni comunali  in forma associata e in via obbligatoria. Però attenzione: questo principio ha natura strumentale, e su di esso prevalgono i principi di rappresentatività e democraticità.
Secondo il TAR la legge regionale n.26 in effetti  prevede uno spettro di funzioni demandate alle Unioni territoriali anche in via obbligatoria di tale ampiezza da poter essere sindacata  per il suo essere così “pervasiva” da incidere sui contenuti qualitativi. Leggiamo: “….tra i principi costituzionali prioritari vanno annoverati quelli di rappresentatività e democraticità, i quali, sulla base della nota gerarchia dei principi costituzionali, risultano sovraordinati anche rispetto al principio, pure costituzionalmente rilevante, del contenimento della spesa pubblica.”
In conclusione, una parte dei ricorsi presentati sono inammissibili per molteplici ragioni , ma questo non esclude che  nel futuro si presentino problemi di cui ridiscutere innanzi al TAR, magari riproponendo in maniera questa volta esaustiva la rimessione alla Corte costituzionale a proposito della violazione di quei principi costituzionali che questa volta il giudice ha ritenuto non adeguatamente posti.
La prospettiva nella quale tenere desta l’attenzione è chiarissima, cioè i “provvedimenti o atti che siano applicazione diretta delle norme della legge regionale n 26 del 2014 riguardanti il funzionamento delle UTI”  relativamente alla contrazione e sofferenza della capacità rappresentativa delle autonomie locali e  della garanzia di democraticità dei meccanismi decisionali.  

DolceMentEstate: mercoledì 27 luglio, dalle 18, al Parco Basaglia.



Continuano gli appuntamenti di DolceMentEstate, l’iniziativa che propone settimanalmente, in Parco Basaglia, discipline e tecniche per tutta la cittadinanza.
Tutte le attività e i trattamenti sono tenuti da operatori certificati e sono a partecipazione libera e totalmente gratuita.




Domani pomeriggio, 27 luglio,  ritornano le attività a libera scelta dei partecipanti.
Alle 18.00 l’antico e ricentrante Qi Gong con bastone di bambù con l’esperta Annamaria Zin, il Cerchio degli Abbracci con la counsellor Eleonora Santillo e la Meditazione sui Cuori Gemelli a cura dell’Istituto Pranic Healing Italia; alle 19.00 Il respiro nello Shiatsu con l’insegnante IRTE Donatella Senes, la rigenerante Biomusica con Luca Casale e lo Scambio Reiki e Terapia verbale con la Master Reiki Liliana Visintin; alle 20 infine, per l’ultima ora, una dimostrazione di Costellazioni angeliche con Sabrina Venier e il riequilibrante Tai Chi con Irena Faraguna.
Per tutta la durata dell’incontro, dalle 18 alle 21, sotto i gazebi immersi nel verde tranquillità del Parco ci sarà possibile ricevere sedute individuali di Counselling con Lia Gregoretti e trattamenti individuali di Shiatsu con Donatella Senes, di Riallineamento Spirituale con Enrico Piasentin, di Quanti-ka e Tocco Quantico col Gruppo di Quanti-ka e di Pranic Healing con gli operatori delI’Istituto Pranic Healing Italia.
Tutte le attività e i trattamenti sono tenuti da operatori certificati e sono a partecipazione libera e totalmente gratuita. Al Banchetto della Condivisione sarà tuttavia possibile portare gratitudine e ristoro a organizzatori e operatori, che offrono il loro tempo, energie e competenze a titolo di volontario, contribuendo con candele, incensi, bevande, cibo o dolcetti possibilmente vegani/vegetariani. Sono consigliati abiti comodi o tenuta ginnica, tappetino o stuoino, felpa, coperta, bottiglia d’acqua e antizanzare. In caso di maltempo le attività si terranno all’interno del Centro Diurno “Mare Pensante”, Palazzina A, sempre al Parco Basaglia di via Vittorio Veneto 174.
Per maggiori informazioni scrivere via mail a ahaufvg.segreteria@gmail.com o telefonare al numero 347 8924763. La Segreteria Organizzativa risponde telefonicamente dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30.

lunedì 25 luglio 2016

Politica, elezioni e democrazia: alcune riflessioni estive



Cittadini elettori consapevoli: le lezioni di Settis e Carlassare (oltre ad alcune considerazioni sulle elezioni regionali e sulle alchimie di numeri e norme che hanno portato Serracchiani alla presidenza)


di Marilisa Bombi

Cogito ergo sum. Ho un cruccio oggi: quello di ri-controllare il consenso che tre anni fa ha portato alla nomina a Presidente della Regione l’avvocato Debora Serracchiani. La curiosità deriva da due ordini di motivi. Il primo collegato al fatto che nel 2013, sono stata operativa in un seggio elettorale ed avendo avuto pertanto la possibilità di verificare, di persona, la complessità del sistema del voto disgiunto e le difficoltà per gli elettori a comprendere le regole previste dall’articolo 45 della legge regionale 18 dicembre 2007, n. 28; il secondo collegato alla differenza risicata tra i due candidati alla carica Serracchiani e Tondo. Insomma, avevo/ho bisogno di capire com’è possibile che una coalizione che ottiene la maggioranza dei voti, di fatto invece, perda le elezioni. Insomma, volevo approfondire la questione del sistema elettorale, anche perché perdendomi nella rete, proprio oggi, ho ascoltato una interessante intervista a Salvatore Settis, che consiglio vivamente a tutti. Ciò in quanto affronta con la sua solita semplicità e chiarezza, nodi sostanziali sui quali saremo presto chiamati ad esprimerci. In altre parole, se non si approfondisce si resta al palo, con il rischio che le azioni siano dettate dall’emotività anziché dalla razionalità.