lunedì 14 novembre 2016

FERRIERA. Erika Cei espone le sue opere fotografiche a Trieste. Inaugurazione il 16 novembre




Verrà inaugurata nella sala mostre della Galleria Fenice del Circolo Fincantieri Wartsila, il 16 novembre alle 18.30, la mostra di Erika Cei, goriziana di nascita e triestina a tutti gli effetti, intitolata "Ferriera".





Il progetto nasce nell’ottobre dello scorso anno con la finalità di documentare le condizioni di vita delle persone che abitano nei quartieri di Servola e Valmaura, a stretto contatto, dunque, con la Ferriera, stabilimento siderurgico, che ha cominciato a produrre ghisa nel  datato 1897 che è tuttora in piena attività.
" È difficile descrivere  - spiega l'autrice - con poche immagini la vita degli altri. È difficile soprattutto quando ci si trova di fronte a persone che sono malate o che soffrono per la perdita dei loro cari e, oltre a questo, si trovano a combattere quotidianamente, contro fumi, polveri, odori, rumori di ogni genere che rendono la loro vita difficile, per non dire al limite."
Erika Cei, che ha un bellissimo blog intitolato Photofrasando, ha iniziato a interessarsi al reportage grazie ad un workshop con la fotografa Monika Bulaj.


Autore dell’anno FVG 2014 – FIAF con il lavoro “Accademia della follia – una commedia in tre atti”, si è occupata anche di Bosnia Hercegovina e, sempre nel 2014, ha pubblicato su “Osservatorio Balcani e Caucaso” un reportage sulle alluvioni che hanno devastato il Paese.
Premiata da Workshop Foundry Photojournalism per “A time for gypsies”, un lavoro riguardante una famiglia Rom a Sarajevo, ha inoltre realizzato “E io ci metto la faccia”, 160 ritratti di persone nell’ambito dell’iniziativa “Salviamo la scritta La verità è rivoluzionaria”, presso l’ex o.p.p. di Trieste.
 Agli inizi del 2016, ha allestito,  nell'ambito di  Oltre il giardino, a Pordenone, la mostra “La meta”, reportage realizzato prevalentemente nel silos di Trieste, struttura fatiscente in cui i richiedenti asilo, giunti fin qua lungo la rotta balcanica, per più di tre anni hanno trovato un rifugio temporaneo, in verità molto poco temporaneo.Da tre anni sviluppa un progetto sulle contraddizioni dell’Europa contemporanea, di cui il reportage “Ferriera” è parte integrante.
 Più di recente, alla Icon Factory di Dublino, nell'ambito dell'iniziativa “Cities of Joyce” ha partecipato alla mostra collettiva “Trieste Dublin /Dublin Trieste” con alcune immagini relative agli anni trascorsi a Trieste dallo scrittore irlandese James Joyce. Il progetto porta il titolo “Sua mare grega”, appellativo scherzoso e del tutto triestino, con cui Joyce chiamava la sua opera più celebre, l’Ulisse.
La mostra "Ferriera" resterà aperta fino al 9 dicembre. Da lunedì a venerdì, dalle 10 alle 11.30, e dalle 17 alle 19.


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