domenica 13 novembre 2016

Marco Cucchini, politologo: il vizio di questa riforma costituzionale è il suo essere un'azione di marketing politico, priva di una vera lettura della società italiana

Marco Cucchini, docente di European Political Systems all'Università di Udine, a Cormons ha spiegato le ragioni del suo NO alla riforma costituzionale. 

 

 

Qualsiasi legge, anche quella costituzionale ha un merito, un metodo e un contesto.  Guardare solo al merito non è mai sufficiente per capirne l'impatto e le conseguenze. Ad esempio, il Jobs Act vi pare forse attuativo dell'art. 36 della Costituzione che stabilisce il diritto del lavoratore ad una retribuzione sufficiente ad una vita libera e dignitosa per sè e la sua famiglia?


di Martina Luciani


Questa riforma è un'azione di marketing politico, non si fonda su una vera analisi della società italiana, ignora e non rispetta il lavoro svolto in precedenza,  non è condivisa e come tale è destinata ad avere vita breve, esattamente come altre prodotte da governi diversi e superate da governi successivi.
Il Senato è privato di dignità perchè, spogliato della funzione legislativa, diventerà di fatto una Camera di ostruzionismo.
Il ritmo della funzione legislativa non dipende dal bicameralismo perfetto, ma dalla politica. Se la riforma si proponeva di togliere gli alibi alla politica, non c'è riuscita.
Le competenze legislative vengono accentrate dal testo di riforma perchè si sostiene che la legislazione concorrente ha fallito. Le Regioni avranno solo un comodato d'uso sulle competenze residue, che potranno essere loro tolte quando al Governo piacerà farlo, attivando la clausola di supremazia. Meccanismo che esiste anche in Germania, è vero, ma con un'ulteriore clausola che prevede, dopo un certo periodo di tempo, di verificare se sussistano ancora le condizioni che hanno giustificato l'accentramento: se non ci fossero più, le competenze ritornerebbero in capo ai Land.
La riforma triplica le firme necessarie alle leggi di iniziativa popolare: come se queste fossero il problema del rallentamento dell'attività legislativa ( su 4024 proposte dilegge solo 27 sono di iniziativa popolare). E' evidente la volontà di vanificare l'istituto.
Altrettanto vuota è la previsione del referendum propositivo, mera ipotesi la cui realizzazione è demandata ad una futura legge costituzionale: forse i nostri figli, in età avanzata, ne vedranno la realizzazione.

Il professor Marco Cucchini è intervenuto all'incontro organizzato l'11 novembre 16 dal Comitato di Cormons per il NO alla riforma Costituzionale, insieme al senatore Carlo Pegorer e alla professoressa Orietta Altieri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questo tizio mi ha ripetutatamente insultata tempo fa su un forum di un noto quotidiano, oltre a dispensare insulti, disprezzo e fango misto a chiunque tra I lettori osasse esprimere un qualsivoglia pensiero, commento, opinione.