mercoledì 22 marzo 2017

Maltrattare i consiglieri comunali è un vezzo o una villania?




Seguire in diretta le sedute del Consiglio comunale di Gorizia rivela un mondo in cui le regole del vivere civile sono state da tempo abbandonate. E non è un buon esempio per chi crede ancora alla politica del servizio e pensa di dare la propria disponibilità in occasione del rinnovo dell'organo elettivo rappresentativo della Comunità


di Marilisa Bombi

La questione morale si pone in tutti i campi della condotta umana, ma quando viene posta nella sfera della politica assume un carattere particolarissimo. In tutti gli altri campi, la questione morale consiste nel discutere quale sia la condotta moralmente lecita e, viceversa, quale sia illecita, e per avventura, in una morale non rigoristica, quale sia indifferente, via via nei rapporti economici, sessuali, sportivi, tra medico e malato, tra maestro e scolaro, e così via. Ciò che non è generalmente in discussione è la questione morale stessa, ovvero che vi sia una questione morale, che in altre parole sia plausibile porsi il problema della moralità delle rispettive condotte. Ripensavo a questa riflessione di Norberto Bobbio (che risale ahimè a 30 anni fa) ieri sera, mentre da casa seguivo la diretta streaming della seduta del Consiglio comunale di Gorizia. In una delle ultime sedute (la prossima è prevista per i giorni 27 e 28 marzo p.v.) prima del rinnovo previsto per il prossimo 11 giugno mentre il successivo ballottaggio è previsto per il 25 giugno.
All’ordine del giorno argomenti importantissimi: dall’approvazione della variante 40 al progetto di fusione del Consorzio industriale. Ebbene, per coloro i quali hanno avuto modo di assistere alla seduta credo che lo sconcerto provato sia stato perlomeno pari al mio nell’ osservare come – su argomenti complessi – quali la tutela della salute e dell’ambiente - gli assessori di riferimento Del Sordi e Pettarin hanno risposto. In termini evasivi il primo e con toni incredibilmente oltraggiosi nei confronti dei consiglieri Abrami e Cingolani il secondo.
L’Ambrosia. Il consigliere comunale Emanuele Traini nel luglio del 2016 aveva presentato una interrogazione con la quale chiedeva quali iniziative il Comune intendesse assumere per contrastare il problema della diffusione dell’Ambrosia. La questione non è di poco conto e su questo Blog  già da tempo è stato sollevato il problema delle sua pericolosità.
Il polline dell'ambrosia (Ambrosia artemisiifolia) causa diversi disturbi e malattie come l'allergia, l'asma e la congiuntivite. Il grave è che questa pianta è priva di nemici naturali, non vi è insetto che la gradisca o altro animale che la mangi. I suoi numerosi fiori sprigionano nell'aria quantità importanti di polline che può viaggiare col vento per centinaia di chilometri. Contemporaneamente produce un gran numero di semi che con le loro spine si attaccano al pelo degli animali e agli pneumatici delle macchine in transito. Ma il Comune di Gorizia che dovrebbe avere a cuore la salute dei propri cittadini, come ha informato l’assessore Del Sordi, non ha fino ad oggi fatto alcunché. Non resta che prenderne atto.
La variante 40. I dubbi che i consiglieri Abrami e Cingolani hanno manifestato, a proposito della variante in approvazione, potevano essere più che legittimi, in relazione al fatto che la variante così come proposta poteva essere considerata ingannevole. Infatti, si basa genericamente su un ipotetico risparmio della risorsa acqua. Ma soltanto dalla lettura attenta della copiosa documentazione emerge inconfutabilmente che la zona nord cittadina, dove si coltiva la rosa di Gorizia, non è attualmente provvista di alcun impianto di irrigazione. Mentre l’impianto di irrigazione esistente e che andrà innovato è quello posto a sud della città. E pertanto sostenere la necessità della variante ai fini un risparmio della risorsa acqua non è proprio esatto.
Insomma, i dubbi dei consiglieri sono stati chiari: non è che per caso la realizzazione della stazione di pompaggio delle acque dell’Isonzo ed il relativo impianto irriguo (la cui assenza non ha fino ad oggi condizionato nè compromesso la produzione della rosa di Gorizia nda) sono il primo passo per legittimare, in un futuro nemmeno tanto lontano, la realizzazione della diga sull’Isonzo
Il dubbio è più che lecito, anche in relazione al fatto – come risulta da un comunicato dell’assessore regionale Vito del 10 marzo scorso – a proposito della espansione dell’attività del Consorzio di bonifica –  “Le registrazioni annuali testimoniano la costante crescita di precipitazioni medie nei mesi invernale a fronte di una piovosità nettamente in calo nei mesi più caldi.”
Ed il Consorzio di bonifica, da decenni ne rivendica la necessità. Non solo, ma un paio di anni fa proprio la Provincia di Gorizia ha coordinato il progetto di monitoraggio dell’Isonzo, “Sarà la base anche per gestire al meglio il problema delle piene e per maturare le decisioni definitive sull’ipotizzata realizzazione di una nuova diga a Gorizia come sollecitato dal consorzio di bonifica e dagli agricoltori” riportava un quotidiano cittadino evidentemente in relazione ad un comunicato o ad un provvedimento della relativa amministrazione.
La reazione dell’assessore Pettarin alle richieste dei due consiglieri è stata, a dir poco, inusuale. Al consigliere Abrami, (che peraltro alla seduta del novembre 2016, in occasione della quale era stata adottata la variante, era assente e pertanto non avrebbe avuto la possibilità di conoscere nel dettaglio i programmi del Consorzio) è stato risposto che gli interrogativi erano inammissibili, (?) mentre al consigliere Cingolani lo stesso Pettarin con riferimento alla seduta di adozione della variante in occasione della quale i dubbi in questione avrebbero a suo avviso dovuto essere manifestati, ha chiesto se invece di partecipare alla discussione fosse stato impegnato in una partita a briscola. (?)
Conclusioni. Altro non c’è da dire. Se non invitare i candidati sindaco ed i futuri candidati consiglieri a leggere o rileggere le considerazioni che Norberto Bobbio scrisse nel lontano 1986 su Micromega. E per chi non avesse tempo per farlo o amore per la lettura, riporto una sua frase che sintetizza il pensiero: “Un governo efficiente non è di per se stesso un buon governo. Il giudizio di efficienza serve tutt’al più a distinguere il governo dal non governo, non serve a distinguere il buongoverno dal malgoverno”.

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