mercoledì 28 febbraio 2018

Chiusura della tenda al Contavalle, in pieno inverno: torna in primo piano il ruolo dei volontari nell'accoglienza goriziana.

Nelle strategie di gestione dei profughi a Gorizia, di certo c'è solo il volontariato. Affiancandosi a Caritas, i volontari eviteranno che qualche migrante resti a godersi il gelo invernale, obiettivo evidentemente considerato trascurabile dal Comune di Gorizia, che di un piano emergenza freddo non ha mai sentito il bisogno.



di Martina Luciani

Daranno da mangiare e gestiranno l'accoglienza minima che può essere offerta nella sede di Caritas, in piazza San Francesco: i volontari, coloro che variamente derisi, sbeffeggiati e accusati, dal 2014 si alternano nelle fasi ordinarie e in quelle acute della prima assistenza ai profughi.

Oggi le notizie si sono rincorse: la tenda chiude, no non chiude, e invece si, chiude. Ciò che si attendeva in extremis non era altro che una ordinanza del sindaco con la quale, in deroga alle norme vigenti sulle strutture temporanee e in considerazione dei rigori climatici, disponesse la prosecuzione del servizio di accoglienza, peraltro interamente a carico della Diocesi con le strutture fornite da Medici senza Frontiere. Un meccanismo semplice, analogo a quello di deroga all'orario massimo di riscaldamento nelle case.
Non è accaduto.  E' trapelato soltanto che un qualcosa di simile ad un ripensamento fosse scivolato fuori da sotto il portone del Comune, ma non sufficientemente forte, chiaro e strutturato da definire ruoli e responsabilità nel proseguire l'accoglienza nella tensostruttura del Contavalle. Quindi si sgombera.

Stasera sappiamo per certo che, visto il trasferimento odierno di poco meno di una ventina di richiedenti asilo in altre sedi, il gruppo delle persone cui trovare riparo è abbastanza piccolo. Queste sono gli ultimi degli ultimi nella graduatoria burocratica, essenzialmente cioè coloro che hanno perso per i più vari motivi, il diritto all'accoglienza; non hanno tuttavia perso il diritto a veder esaminata la loro domanda di asilo dalla commissione territoriale di Gorizia nella quale la richiesta è incardinata.

Ma certamente domani altri giungeranno, e c'è già il preallarme per allargare la rete dell'emergenza, accogliendo nelle sedi dei partiti e delle associazioni, e facendo conto anche sulla disponibilità di privati cittadini:  perchè non è il clima rigido a fermare le migrazioni, nè il deterrente di essere rispediti nel paese di prima accoglienza, e nemmeno che Caritas non abbia più un centimetro quadrato da offrire.

A questo link il comunicato emesso oggi dalla Prefettura sulla riunione periodica mensile del Tavolo Provinciale dell'Accoglienza dei Richiedenti Asilo. Non una parola sulla questione dell'emergenza freddo nè sulla responsabilità per i migranti senza accoglienza: tanto ci pensa il volontariato.

martedì 27 febbraio 2018

Muscoli, a questa amministrazione comunale piace mostrare i muscoli. Ai cittadini, agli scolari, ai profughi.

Il mito del torace gonfiato da anabolizzanti, nel buon governo di una comunità, ci sta come i cavoli a merenda: spiacevole. Dalle biomasse all'impianto di trammento rifiuti speciali di Piedimonte, dalla gestione dell'accoglienza migranti alla scuola Perco di Lucinico, arrivando a domani, con chiusura della tenda al Contavalle per la prima accoglienza dei profughi durante l'inverno. 


di Martina Luciani

Per non parlare di Decima Mas ricevuta ufficialmente nella Casa comunale e dell'ANPI che si voleva silenziare durante la cerimonia dinnanzi al monumento ai deportati nei lager nazifascisti. O della galleria Bombi, o della fontanella sigillata, o del parco della Valletta chiuso.....Non faccio altro che verificare l'abisso insormontabile tra amministrati a amministratori. Il disprezzo, nemmeno celato, per l'aspettativa a tutele e garanzie di una cospicua serie di quelli che chiamiamo diritti fondamentali: non è colpa di noi cittadini, che partecipare vorremmo, e proposte e cose da dire non ci mancano, eccome, ma siamo tenuti alla larga da amministratori che sembrano dei bodyguard messi a protezione del potere costituito nella sua battaglia contro la democrazia.

L'esperienza del comitato NoBiomasseGO già aveva fornito elementi sull'approccio "muscoloso" dell'operato dell'istituzione rappresentativa dei cittadini.  Quanto importi dei cittadini, lo si verifica anche nel parere del Comune di Gorizia,  alla recente conferenza di servizi relativa alla variazione del progetto della centrale a biomasse sud. Non una parola, infatti, che rappresentasse il dissenso, ampiamente motivato, e i pacchi di istanze dei cittadini sul tristemente noto Three shades of green: certo non sono argomenti tecnici,  ma costituiscono un punto focale e non irrilevante dell'opinione pubblica cittadina e degli interessi collettivi. In tutta la vicenda NoBiomasseGo, i cittadini sono stati bistrattati, sfidati, provocati e denigrati: muscoli! C'erano altri modi per gestire l'annosa vicenda, ne sono convinta, e molto più civili. Costituzionalmente corretti, direi.

Poi la questione dell'impianto che a Piedimonte, tra le abitazioni, trita rifiuti all'aria aperta, diffondendo nell'aria attorno sostanze che non si sa bene cosa siano. In consiglio comunale, l'assessore competente a rispondere sulla questione ha sminuito il fatto lamentato dai cittadini. Cosa volete che sia! Ed ha riferito che l'azienda SUBISCE numerosi controlli da parte dell'ARPA. Questo verbo è un capolavoro comunicativo, esibizione anche questa di muscoli: esprime esattamente la percezione dell'irrilevanza della posizione e dei diritti dei cittadini ( che subiscono, loro si, un inquinamento, tra l'altro a quanto pare reiterato), sottomessa rispetto la considerazione di una azienda il cui correttamento funzionamento è garantito proprio dai controlli sulle attività svolte. Ma secondo i nostri amministratori, è l'azienda a subire quanto prescritto dalla legge. Poverina! I cittadini inalino e non si preoccupino.

Muscolosissima anche l'ordinanza che stabilisce la chiusura sine die della scuola elementare Perco, che a me risuona come un " adesso vediamo come ve la cavate" invece che un " dobbiamo intervenire ancora, ci dispiace tanto, abbiamo pasticciato proprio tanto": un modo per far valere la propria forza istituzionale, scaricando le proprie responsabilità ( anche sull'ASL) con un gesto infastidito e plateale. I muscoli bisognava mostrarli prima, facendo puntigliosamente tutto il necessario, fosse stato anche "impopolare", per controllare qualità e quantità dei lavori di bonifica e per assicurare sicurezza e salubrità degli ambienti, agli alunni e alle persone che nella scuola ci lavorano.

Infine migranti e gestione dell'accoglienza ( tralascio,come annunciato, Decima Mas e tentativo di censura all'ANPI, rimandando anche in questo caso alla lettura degli articoli sul blog del Forum Gorizia): fino a stasera risultano falliti tutti i tentativi per evitare che, in piena e severa emergenza freddo, domani chiuda la tensostruttura che assicura un minimo rifugio ai profughi che si trovano a Gorizia.
Il Comune nuovamente mostra i muscoli: si deve chiudere. Senza alternative. Avremo profughi assiderati? Affari loro. Noi stiamo al caldo, abbiamo anche aumentato le ore concesse per il riscaldamento, che volete di più?
Le trattative per trovare una soluzione tra i vari soggetti istituzionali, con attenzione da parte della sola Prefettura anche alle richieste del volontariato, sono state come un minuetto: si sono concluse con un algido inchino.
Non arretrare dalle proprie posizioni preconcette nemmeno di fronte alle criticità conclamate, al pericolo per la salute e per l'esistenza, e non dubitare mai di avere saldamente ragione è la sola strategia che si intravvede in questa amministrazione, che non deve dimostrare di ascoltare, confrontarsi, riconoscere i propri errori ed essere rispettosa e attenta alla vita degli esseri umani, semplicemente perchè non ce le ha, queste caratteristiche, nel suo DNA politico e culturale. 
Ma se un giorno terminassero le scorte di anabolizzanti cosa accadrebbe?




venerdì 23 febbraio 2018

DEVASTAZIONE DEL VERDE ORNAMENTALE IN MOSTRA AL PARCO CORONINI. NON SERVE PAGARE IL BIGLIETTO, SI VEDE GRATIS.

Molto difficile commentare lo spettacolo che aggredisce chi passi in viale XX Settembre. Si resta senza fiato davanti  alla devastazione dell'area del parco di Villa Coronini che si affaccia sulla strada.


di Martina Luciani

Cosa spinge a progettare un intervento di manutenzione che altera completamente un paesaggio, lo svilisce, lo deforma, gli toglie complessità, bellezza, storia, identità?
Grande è la sofferenza quando il maltempo stronca gli esemplari arborei, e ci vuol tempo, molto tempo, per abituarsi al vuoto, all'assenza di forme e colori che non erano solo decorativi, ma significanti.
In questo caso è un intervento voluto attuato da chi dovrebbe custodire e salvaguardare un luogo che giustamente è considerato uno dei gioielli della nostra città: quindi non c'è possibile rassegnazione o consolazione. Uno schifo, un'operazione vergognosa, mi verrebbe dire manifestazione di violenza verso la grazia e la bellezza, che tocca subire, ma non certo in silenzio. 



Questa non è cura del verde, nè tantomeno è cura di un giardino storico, è un brutale disboscamento

Riporto dalla cosiddetta Carta di Firenze, la Bibbia italiana della conservazione dei giardini storici, alcuni passi. Poi ognuno valuti se il parco di Villa Coronini meritava questo trattamento.

"...(il giardino storico)  in quante artefatto materiale, è un'opera d'arte e come tale, bene culturale, risorsa architettonica e ambientale, patrimonio dell'intera collettività che ne fruisce.
Il giardino, al pari di ogni altra risorsa, costituisce un unicum, limitato, peribile, irripetibile, ha un proprio processo di sviluppo, una propria storia (nascita, crescita, mutazione, degrado) che riflette le società e le culture che lo hanno ideato, costruito, usato o che, comunque, sono entrate in relazione con esso."
"...l'intervento di restauro dovrà rispettare il complessivo processo storico del giardino, poiché tale processo materializza l'evoluzione della struttura e delle configurazioni via via assunte nel tempo.
Pertanto ogni operazione che tendesse a privilegiare una singola fase assunta in un certo periodo storico e a ricrearla ex novo, a spese delle fasi successive, comporterebbe una sottrazione di risorse e risulterebbe riduttiva e decisamente antistorica.
L'intervento perciò dovrà identificarsi con un intervento di conservazione, e tale obiettivo dovrà essere conseguito e garantito nel tempo attraverso un processo di continua, programmata, tempestiva manutenzione."

"Per tutelare e conservare bisogna conoscere.
L'indagine diretta (unita alla schedatura, al vincolo e - ove necessario - ad un idoneo reimpiego) ancora oggi appare l'esigenza preliminare di ogni intervento.
Il giardino va analiticamente studiato in tutte le sue componenti (architettoniche, vegetali, idriche, geologiche, topografiche, ambientali, ecc.) e attraverso documenti e fonti storiche e letterarie, e attraverso rilievi, topografici e catastali antichi, nonché ogni altra fonte iconografica, attraverso la fotointerpretazione e - ove necessario - attraverso l'indagine archeologica diretta. Tale studio analitico e comparato implica il necessario concorso di molte specifiche discipline."

Se volete leggere il resto ( tanto per valutare come stiamo trattando i giardini storici dalle nostre parti, ): http://www.beap.beniculturali.it/opencms/opencms/BASAE/sito-BASAE/mp/Uffici-musei-e-monumenti/Giardini-e-parchi-storici/Carta19903.html?id=8339&pagename=8339

mercoledì 21 febbraio 2018

MEDICI SENZA FRONTIERE, MIGRANTI A GORIZIA. Appello alle istituzioni in vista della chiusura della tenda a Sant'Anna.

Oggi la notizia della chiusura, ben prima che il clima volga a standard primaverili ed anzi in vista di temperature molto rigide, della tenda allestita nell'area del Contavalle, a Sant'Anna. La nota di MSF, intervenuto nuovamente a Gorizia dopo aver già affrontato la forte criticità dell'inverno 2015.


di Martina Luciani

In merito alla chiusura della tensostruttura, messa a disposizione da Medici Senza Frontiere alla e collocata presso gli spazi del Contavalle - che offre un riparo a migranti e richiedenti asilo durante il periodo invernale - Tommaso Fabbri, responsabile dei programmi di MSF in Italia, dichiara:

Con questa decisione, dozzine di persone corrono il serio pericolo di rimanere senza riparo in pieno inverno. Medici Senza Frontiere chiede alle autorità di allestire, prima dello smantellamento della struttura, una soluzione sostenibile per evitare il soggiorno in strada”.
  
Tutto qua il comunicato di MSF, perchè tanto è inutile girarci intorno. Il tendone deve essere smantellato entro la scadenza dei tre mesi, calcolo che non scatta dall'inizio dell'accoglienza, ma dall'apertura dei lavori per l'installazione. E persino il termine ricomprende le operazioni di smantellamento. Che tutto il freddo della Siberia stia per essere ricapitato anche qui da noi, è irrilevante. Chi confidava di arrivare a metà marzo, si illudeva.  

Può una comunità civile accettare che non venga dato un riparo in piena emergenza freddo a persone che non hanno un posto dove rifugiarsi?
Se la comunità civile è in grado di affrontare una simile responsabilità, se è disposta a lasciare esseri umani per strada nelle condizioni che non riserveremmo al cane o al gatto di casa, direi che non ha senso nemmeno discutere sulle motivazioni o su quale ne sia l'imprinting ideologico o culturale. Farei solo notare che, nella scenografia pre elettorale, mostrare i muscoli, vantare intransigenza e poi trovarsi con migranti assiderati e bisognosi di cure (se non peggio) non è una grande trovata.

Se invece la comunità civile pensa che l'accoglienza in emergenza climatica sia il minimo da fare, se non per ragioni umanitarie almeno per avere la coscienza a posto, di fronte allo specchio e di fronte al mondo, faccia sentire un coro squillante di voci e di sollecitazioni, che una soluzione va trovata al più presto. I volontari dell'accoglienza ci sono sempre, ma non hanno la bacchetta magica e serve una iniziativa congiunta a partire dall'Amministrazione comunale di Gorizia.

venerdì 16 febbraio 2018

Per una rilettura dei numeri della gestione migranti a Gorizia: non sono semplici cifre, sono persone.


La nota inviata alla stampa il 15 febbraio 2018: i volontari che fanno riferimento al gruppo informale Gorizia Solidale e all’associazione Insieme con Voi esprimono perplessità sulle modalità con cui viene descritta e “rendicontata” la situazione dei migranti a Gorizia: la crisi umanitaria è uguale che riguardi una o cento persone,  non va disgiunta dal calcolo numerico nella gestione dell' afflusso di profughi.  



 (Nella foto, il frontespizio del rapporto pubblicato da Amnesty International nel 2012 sulla situazione delle Federally Administered Tribal Areas in Pakistan)

"
Mentre si enumerano le iniziative dirette a scoraggiare l’arrivo dei profughi in città si evita di guardare in faccia la realtà: la gestione pubblica delle presenze è assolutamente insufficiente perché stabilire a tavolino una strategia e degli obiettivi risulta sistematicamente disconnesso dallo svolgersi degli eventi nella vita reale. Se i progetti annunciati siano potenzialmente in grado di produrre i risultati attesi, in particolare l'effetto deterrenza che dovrebbe modificare  dinamiche di proporzioni enormi, questo non riusciremo a verificarlo stanotte e nemmeno nelle prossime notti dell’inverno 2018, quando ci saranno decine e decine di persone che non avranno un testo sulla testa se non attraverso l'operato del volontariato locale.

Visto che si parla di numeri e di percentuali, questi sono i numeri con cui  i volontari si trovano quotidianamente a confrontarsi: la tenda che dà accoglienza a 60 persone, non è una struttura governativa, e il risultato di un’operazione congiunta di Diocesi e Medici senza Frontiere, che è stata opportunamente tollerata da chi ha disposto la chiusura di Galleria Bombi senza individuare alcuna alternativa ; ed oltre a questa struttura si contano fino a 70/80 persone che per giorni e giorni sono affidate esclusivamente all’iniziativa del volontariato, sia tramite la disponibilità della sede Caritas di Piazza San Francesco, sia di quella di sedi di partiti e associazioni. I periodici trasferimenti disposti dalla Prefettura alleggeriscono  momentaneamente la situazione dell'accoglienza che strutturalmente rimane concepita solo in termini emergenziali.
 Il fatto che ci siano esseri umani la cui dignità e sicurezza personale non hanno considerazione non è un problema di destra o di sinistra,  non è una questione da ascrivere semplicemente al potenziamento della gestione dell’Unità Dublino e nemmeno un inevitabile danno collaterale delle politiche di asilo europee o nazionali: è una violazione dei diritti fondamentali dell’uomo e del rispetto delle regole fondamentali delle relazioni umane, che investe ogni cittadino, che riguarda tutta la comunità. "

Gorizia Solidale -  Associazione Insieme con Voi

giovedì 15 febbraio 2018

Oggi riapertura scuola media Perco a Lucinico: impossibile stare all'interno dell'edificio, tutti fuori.

Segnalazioni allarmanti da Lucinico: stamattina insegnanti e bambini hanno scelto di stare fuori dall'edificio appena ristrutturato, l'aria all'interno è irrespirabile, meglio stare fuori al freddo.



di Martina Luciani

Situazione non commentabile quella che si sta verificando questa mattina alla scuola elementare Perco di Lucinico.Oggi l'istituto ha ripreso l'attività, ma qualcosa rende irrespirabile l'aria nelle classi: sostanze impiegate nelle operazioni di pulizia? O qualcosa che proviene dai prodotti utilizzati nelle bonifiche e ristrutturazioni? Bisognava aspettare ancora qualche giorno prima di riprendere le lezioni?
Non ha importanza, oggi non ci si può stare, in quelle classi: basta andare ad annusare. 

I ragazzi sono all'aperto insieme agli insegnanti, i genitori stanno andando a riprenderseli per portarli a casa, qualcuno pare si sia sentito male.
Risulta che ieri tutte le finestre dell'edificio fossero spalancata fino a tarda sera, evidentemente per favorire l'evaporazione e l'aerazione dei locali. Provvedimento che comunque ha impedito che stamattina nelle classi ci fosse una temperatura adeguata. E' stata ripetutamente sollecitata, da parte dei genitori degli alunni,  l'effettuazione di controlli e relative certificazioni sulla salubrità dell'ambiente dopo le ristrutturazioni.

lunedì 12 febbraio 2018

Considerazioni antifasciste al margine del corteo di Casapound nel Giorno del Ricordo 2018 a Gorizia.



La stampa riferisce della presenza di esponenti della sinistra  a margine del corteo targato Casapound, la sera del 10 febbraio 2018: esponenti dell'antifascismo goriziano, in aggiunta, sarebbe stato più gradito, in questo momento di grande confusione.



di Martina Luciani


Dal quotidiano IL PICCOLO di oggi: "La presenza degli esponenti di sinistra si era limitata, appunto, alla sola presenza. Nessuna protesta, nessun fischio, nessun eccesso neppure da parte loro. La rappresentanza si era limitata a "supervisionare" il corteo riprendendo con discrezione la sfilata dall'angolo tra via Crispi e via Roma."

Là eravamo, certo ( pochi, ben educati e silenti; e quando dico pochi, intendo molte cose...) anche perchè quell'incrocio è intitolato ai Martiri delle Foibe, pensavamo che in quel punto ci sarebbe stata una opportuna sosta, un momento significativo del cerimoniale cui volevamo assistere, in silenzio.

Ma evidentemente gli organizzatori del corteo nemmeno lo sapevano, che quello era il punto della città dove ogni giorno il cartello stradale   suggerisce a noi cittadini  una riflessione sui fatti storici e ne mantiene vivo il monito alla fratellanza, al perseguimento della verità e al ripudio dei nazionalismi e dei fascismi che tanto odio e dolore hanno prodotto.  Quella fratellanza quotidiana, delle cose pratiche, che da secoli mescola in queste terre i geni e le usanze e le storie familiari e che, ad esempio consentiva, fino al 1918, ad ognuno di avere il proprio cognome e con quello farsi riconoscere, pieno di k e ch e consonanti finali, senza che nessuno gli chiedesse di italianizzarlo.

Segnalo infine le osservazioni della presidente ANPI di Gorizia, AnnaDigiannantonio, sul blog del Forum Gorizia, rivolte alla consigliera comunale Serenella Ferrari ( Forza Italia) che abbiamo visto giudiziosamente sfilare dietro lo striscione tartarugato e che già è stata protagonista dell’incontro canoro dell’amministrazione comunale con la Decima Mas, dentro il Municipio di Gorizia. Le stesse osservazioni tornano molto utili per una preparazione di base a chi voglia fare politica con onestà intellettuale nei luoghi dell’ex Litorale Adriatico di nazista memoria.

venerdì 9 febbraio 2018

GORIZIANI, ISCRIVETEVI ALL’ANAGRAFE ANTIFASCISTA DEL COMUNE DI STAZZEMA.



Il Comune di Stazzema, in provincia di Lucca, per celebrare il settantesimo della Costituzione italiana, ha istituito on line l'anagrafe antifascista.
Io mi sono iscritta.



di Martina Luciani

Una delle pagine più orribili della truce storia del nazifascismo in Italia venne scritta il 12 agosto del 1944, in un villaggio sperduto tra le valli e i castagneti delle Alpi Apuane, Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca.
Tutt’altro che facilmente raggiungibile, era diventata rifugio di un migliaio di sfollati in fuga dalla guerra. Quattro colonne SS tedesche, di primissimo mattino, guidati da collaborazionisti esperti dei luoghi, raggiunsero l’abitato: alla sera l’abitato era devastato, 560 persone, di cui 130 bambini, erano stati trucidati con efferatezza.

Il processo sulla strage di Sant’Anna, a partire dalle prime indagini condotte, nell’ottobre del 1944, da una commissione militare americana, si è sviluppato lungo decenni, per concludersi nel 2007, con la condanna all’ergastolo di dieci SS.

Oggi, a Sant’Anna c’è un Museo, che fu inaugurato da Sandro Pertini, e il Parco nazionale della Pace.
Recentemente, il Comune di Stazzema ha istituito una Anagrafe,voluta per celebrare i 70 anni della nostra Costituzione repubblicana nata “dopo anni di regime fascista e di occupazione nazista che avevano annullato tutte le libertà personali, associative discriminando e perseguitando gli oppositori a seconda del pensiero, per l’appartenenza religiosa, razziale, etnica”

I principi da sottoscrivere per far parte di questa comunità sono elencati nella Carta di Stazzema. Nel sito cui accedere per effettuare on line l’iscrizione si legge: Perché una Anagrafe antifascista nel 2018? Perché sta succedendo qualcosa di preoccupante. Si riaffacciano simboli, parole, atteggiamenti, gesti ed ideologie che dovrebbero appartenere al passato. Non solo. Si fanno largo sentimenti generalizzati di sfiducia, insofferenza, rabbia, che si traducono in atteggiamenti e azioni di intolleranza, discriminazione, violenza verbale. In rete e sui social media, sulle testate giornalistiche, nelle dichiarazioni politiche come nei bar e nelle strade. Principi che credevamo forti e stabili e che ci sembrano in pericolo. Sottoscrivere la Carta ed aderire all'Anagrafe significa prendersi un impegno per la democrazia e a sostegno dei valori della nostra costituzione.”

Al momento in cui effettuavo la mia iscrizione, questo pomeriggio,  erano oltre 25 mila gli iscritti.
Da queste pagine e da quelle del Forum Gorizia abbiamo deciso di proporre ai lettori l’adesione all’Anagrafe e alla Carta, occasione per esprimere e rafforzare i sentimenti di preoccupazione e inquietudine per quanto sta accadendo nella nostra città. Ricordiamo che nell’Anagrafe esiste anche una lista degli enti e associazioni sostenitori dell’iniziativa.